La ministra dell'Istruzione Azzolina dice tutto e il contrario di tutto, alimentando la confusione nel mondo della scuola. Ad esempio, oggi, si è svegliata dicendo basta alla teledidattica: a Settembre vuole tutti gli studenti in classe. E con il distanziamento come si fa? La ministra propone "lezioni all'aperto". Ecco uno stralcio della sua intervista di oggi a Repubblica.
Ministra Lucia Azzolina, a settembre la scuola dovrebbe ripartire: con il distanziamento, con le mascherine, con misure igieniche adeguate. Cosa state facendo per renderlo possibile?
«Stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti, bambini e ragazzi, a scuola in presenza».
Senza didattica a distanza per i più grandi?
«È il mio obiettivo. Ovviamente il territorio nazionale è molto diverso, ci sono più di 8mila autonomie scolastiche e 40mila edifici. Noi daremo una cornice, delle linee guida e un pacchetto di strumenti . Ogni scuola dovrà poi declinare come far ripartire l’anno».
Ma come garantirete il distanziamento?
«Giovedì ci sarà un tavolo a Palazzo Chigi, con il premier Conte, con il mio ministero, gli enti locali, un rappresentante delle famiglie, uno degli studenti, poi scuole paritarie, sindacati, disabili. Tutti insieme contribuiremo a trovare le risposte perché parliamo di misure che riguardano 30 milioni di italiani».
Come possono aiutare gli enti locali?
«Mettendo a disposizione sale comunali, orti botanici, parchi, teatri, cinema. Faremo degli accordi con loro e col terzo settore per fare in modo che la scuola riparta aprendosi al territorio. Quando non sarà possibile il distanziamento, porteremo gli studenti fuori. In altri Paesi europei già si fa».
Ci saranno i termoscanner agli ingressi delle scuole?
«Il comitato tecnico-scientifico ha già detto che non c’è bisogno. Dobbiamo responsabilizzare le famiglie. E dire che a scuola non si va neanche con 37 e mezzo di febbre».
E le mascherine?
«Gli esperti ne hanno consigliato l’obbligo. Vanno bene anche le visierine trasparenti, per vedere le espressioni dei bambini, penso ai più piccoli, L’importante è che abbiano un dispositivo di protezione».
Come recluterete tutti i docenti che servono in tempo per la ripresa?
«Ci aiutano la digitalizzazione delle graduatorie provinciali e il meccanismo della call veloce, che consente di cercare fuori dalle Regioni in cui non si riescono a coprire le cattedre».