Come anticipato dal Fatto, Report ha scoperto che Aria Spa, la centrale acquisti della Regione Lombardia, ha stipulato un contratto di fornitura di camici con l’azienda Dama Spa di proprietà della moglie e del cognato del presidente Attilio Fontana, Roberta e Andrea Dini. Una fornitura da 513 mila euro, decisa con affidamento diretto, cioè senza bando. Una storia che inizia il 16 aprile con l’affidamento e finisce il 22 maggio quando la ditta storna i 513 mila euro restituendoli alla Regione e trasformando il contratto in una donazione. Il servizio che svelerebbe il conflitto d’interessi del governatore lombardo andrà in onda stasera su Raitre, anche se Fontana ha diffidato la trasmissione dal trasmetterlo, ha querelato il Fatto e ha dichiarato: «Agli inviati di Report avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da Aria Spa e che non sono mai intervenuto in alcun modo».
«Tutto resta top secret fino al 19-20 maggio, quando l’inviato di Report [Giorgio Mottola], scoperto il mega-conflitto d’interessi (e forse anche l’abuso d’ufficio patrimoniale), comincia a chiedere notizie e documenti al Pirellone. Poi intervista Andrea Dini, cognato di Fontana. Che gli risponde al citofono e nega tutto: “Non è un appalto, è una donazione, chieda pure ad Aria”. Clic. Mottola risuona spiegando di avere le carte che dimostrano l’ordine di fornitura. E Dini cambia versione, ammettendo ciò che non può più negare, ma precisando che tutto è avvenuto a sua insaputa: “Non ero in azienda durante il Covid… chi se ne è occupato ha male interpretato. Ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”. “Subito” mica tanto: l’affidamento è del 16 aprile e la “rettifica” arriva solo il 22 maggio, quando già l’inviato della Rai è in giro a fare domande. Solo allora Dama inizia a stornare le fatture, cioè a restituire di fatto i soldi pubblici ad Aria» scrive Il Fatto.