Non lo meritava. Mi riferisco all'oltraggio della memoria di Indro Montanelli avvenuto a Milano, nell'imbrattamento della statua a lui dedicata condita con offesa che lo definisce "razzista stupratore" simbolo a lui omaggiato vicino al luogo dove fu gambizzato nel 1977 dalla Brigate Rosse. Atto rivendicato con tanto di video dalla Rete Studenti di Milano e LuMe (laboratorio universitario metropolitano).
La motivazione così recita "[...] se il mondo che vogliamo tarda ad arrivare lo cambieremo". Montanelli è considerato uno dei migliori giornalisti del secolo scorso. Il "vulnus" della "quaestio" ammesso dallo stesso è, il rapporto con un'adolescente etiope a fini sessuali di 14 anni avuto quando si arruoló volantorio nell'esercito fascista nel periodo '35-'36, negli' usi del popolo africano vigeva il cosiddetto "madamato", ossia l'acquisto di giovani donne per soddisfare i bisogni sessuali ed era contemplato la vendita della ragazzina al termine della permanenza. È corretto rammentare che il codice Rocco nel 1930 aveva stabilito che rapporti sessuali con minori di anni 14 era reato di stupro. Nella storia di Montanelli è certo che aderì al fascismo, la vicenda della ragazzina border line, personalmente non sognerei neanche di giacere con una quindicenne.
Professionalmente è stato bravissimo anche se gli ho sempre preferito, Biagi e Zavoli. Poi sarà un mio pregiudizio ma coloro che aderirono al fascismo non mi sono simpatici, possono essere sublimi nella professione o arte, cito due uomini, Pound e Sironi ma fascisti no. C'è un però, lottare contro le ingiustizie con risultati fortunatamente diversi, ma con la modalità utilizzata nella statua, somiglia anche se vagamente ai metodi del ventennio. Voi, noi siamo diversi, ma bisogna dimostrarlo anche nella difficile quotidianità. No non lo meritava.
Vittorio Alfieri