Trasferimenti nel comparto Scuola, è nuovamente la carica alle 104 ad aver la meglio in un contingente già esiguo che non vede né vincitori né vinti nei trasferimenti interprovinciali del personale docente.
«Le poche disponibilità sono unicamente ad appannaggio dei beneficiari di precedenze», dichiarano i responsabili di alcune sigle a sostengo di Coordinamento Docenti Immobilizzati tra questi Doriana D'Elia che dichiara: «È pur vero che la legge alla quale si ricorre è baluardo di legalità e valori inalienabili, ma l’incidenza e la Concentrazione di trasferimenti che avvengono esclusivamente per possesso della Legge 104 in un’unica area, quella del SUD, provoca in tantissimi docenti indignazione e sconforto. Nei docenti fuori sede- continua D'Elia-, c'è molta rabbia visto che da ormai 20 anni vedono vanificare ogni aspettativa di ricongiungersi alla propria terra e ai propri congiunti. Non è una questione di punteggio sostengono i docenti i fatti dicono che insegnanti con oltre 200 punti sono sistematicamente scavalcati da neoassunti con precedenze».
Tra l'altro le risultanze dei trasferimenti appena pubblicati non si legano nemmeno ad una sporadica eccezionalità visto che è ormai fatto risaputo che Il 100% dei posti, soprattutto in alcune province del SUD, venga assegnato solo col possesso della 104. «Quell’asterisco- precisa Giovanni Di Lillo, leader dei comitati dei docenti fuori sede-, immobilizza fuori della provincia di residenza ogni insegnante che ne è privo e lo rimanda come uno scolaro inadempiente all'anno successivo.
Stanchi di questo stato di cose». Quello che si chiedono tanti gruppi e associazioni di docenti è come sia possibile che non si riesca a porre un limite normativo, tra l'altro più volte proposto e suggerito ai vari Governi che si sono susseguiti, a questa deriva in tema di trasferimenti quando invece un freno in tema di assunzioni è stato già messo. I docenti organizzati della Sicilia di fronte a questo stato di cose chiamano alla mobilitazione generale e spontanea per andare a protestare a Roma, dinanzi al Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. «Non è possibile che proposte da anni reiterate da svariate sigle associative restino sul tavolo, senza un benché minimo confronto. È tempo di cambiare le norme- concludono D'Elia e Di Lillo-, è il tempo della mobilitazione».