Dall'Unione europea arriva un finanziamento da 125 mila euro per creare nuove opportunità ai piccoli operatori turistici dei comuni di Trapani, Erice, Marsala, Castellammare, San Vito, Buseto Palizzolo, Calatafimi segesta, Custonaci, Pantelleria, Valderice e Vita. L'obiettivo è fare rete, promuovendo la cooperazione degli operatori della filiera turistica per sviluppare partenariati per pacchetti turistici, ma anche per la promozione e commercializzazione di servizi di turismo rurale.
I beneficiari della misura sono i gruppi di microimprese (agricole e forestali, di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e forestali, in forma singola o associata, di servizi per il turismo rurale e per la promozione di mestieri e attività artigianali) con un organico inferiore a dieci persone e con un fatturato totale di bilancio annuale non superiore a 2 milioni di euro, come previsto dalla raccomandazione della Commissione 2003/361/CE.
Gli interventi ammessi dal bando con scadenza 5 ottobre sono: il costo dell’animazione della zona interessata volta a rendere fattibile il progetto; le spese di costituzione, comprese le spese notarili, amministrative e legali, e di predisposizione dei relativi atti; i costi di esercizio della cooperazione, ossia i costi di gestione derivanti dall’atto della cooperazione. E ancora, i costi delle attività promozionali; i costi diretti del progetto legati all'attuazione di un piano aziendale e sostenuti per investimenti materiali e/o immateriali che derivano direttamente dalle attività progettuali, e le spese generali, nel limite massimo del 12% del costo totale del progetto ammesso. Il tutto nell'ambito del Programma di turismo rurale della regione Siciliana (Sottomisura 19.2 “Sostegno all’esecuzione degli interventi nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo).
"I fondi europei - dice Giuseppe Sciarabba, presidente dell'Agenzia di sviluppo del Mezzogiorno, da vent'anni nel settore dell'euro-progettazione - sono strumenti ormai quasi indispensabili per gli enti pubblici statali e locali, ma anche per le aziende, associazioni, fondazioni. Per un privato - conclude Sciarabba - un contributo Ue rappresenta un’opportunità di sviluppo imperdibile in momenti di crisi economica e difficoltà di accesso al credito, mentre per l’ente pubblico costituisce una via quasi obbligata per realizzare progetti innovativi non realizzabili con forme di finanziamento ordinarie".