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20/09/2020 06:00:00

L’amico di Messina Denaro, “E’ un uomo affascinante, non avete mai visto i suoi occhi”

 Matteo Messina Denaro “aveva una bellezza di uomo mediterraneo… è un uomo affascinante. Lui ha uno sguardo particolarissimo, voi non avete mai visto i suoi occhi. Lui è un po’ strabico, ma ha un taglio degli occhi che è molto felino”.

A parlare così del boss capo della mafia trapanese, è Giuseppe Fontana che, in un servizio di Netflix della serie “World’s most wanted” si presenta orgogliosamente come amico di Matteo Messina Denaro, lodandone la personalità ed il carisma.

 

Secondo Fontana, che ha smesso di scontare 18 anni di galera nel 2012, il boss era “un vero gentleman d’altri tempi. Riusciva a corteggiare una donna in maniera romantica e invidiabile”.

Ed è con particolare trasporto che afferma di vederlo come un agente freddo, “cool”, 007, “che va a casa, sente la musica classica, si beve il suo vino. Poi magari decide di sterminare 200 nemici, in modo naturalmente strategico ed intelligente”.

 

Tra le persone “sterminate” da Matteo Messina Denaro, ci sono quelle delle stragi del ’93 ed è in corso un processo sulle sue precise responsabilità anche nella pianificazione della strage di Capaci e di via D’Amelio. Ma per carità, questi sembrano “particolari” di second’ordine per l’amico fidato del boss che, con ogni probabilità è convinto che con le stragi non c’entri nulla, che quelli che Messina Denaro ha ucciso erano solo dei cattivoni e che tutto il resto è frutto della fantasia dei giudici.

 

Spesso i magistrati hanno precisato che la latitanza del boss viene garantita da forze diverse, di tipo istituzionale, imprenditoriale e massonico. Ma hanno anche spiegato che c’è un’attività di copertura da parte dei fiancheggiatori locali, oltre che un consenso diffuso che, in certi ambienti, diventa quasi idolatria.

Se non ci fosse questo tipo di consenso, Giuseppe Fontana non si sognerebbe di andare davanti alle telecamere, raccontando col sorriso del suo amico Matteo Messina Denaro.

E’ come se il rischio di essere visto male dalla comunità sia minimo.

Chi invece ne parla male o, più semplicemente, racconta ciò che giudici ed investigatori hanno già scritto in sentenze ed informative, finisce per percepire un isolamento sempre più marcato.

 

E allora è “normale” che il Fontana, dica su Netflix di essere convinto che Matteo Messina Denaro abbia “anche organizzato il suo rifugio in modo tale che nel momento in cui verranno a prenderlo (catturarlo, ndr), lui farà così su un pulsante e salteranno tutti in aria”.

Come nei peggiori film di gangster americani.

Peccato che nella realtà siano saltati in aria gli uomini migliori di questo Paese. E tra quelli che hanno “premuto il pulsante”, insieme a Totò Riina, ci sia stato anche Messina Denaro.

 

Egidio Morici