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03/10/2020 06:00:00

La politica e quel reparto Covid spostato da Marsala a Mazara del Vallo

 In Sicilia decide tutto la politica. Dalla sanità allo sport, dalla scuola ai rifiuti.

Ma le scelte non sarebbero mai politiche, sono sempre “tecniche”, perché chieste ai tecnici che forniscono i suggerimenti migliori sul da farsi.

I tecnici, a loro volta, vengono nominati dalla politica, grazie alla quale rivestiranno tutte le cariche che li accompagneranno fino alla pensione.

E allora succede che, nel pieno della campagna elettorale di Marsala, l’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza smantelli il Covid-hospital del “Paolo Borsellino”, spostando tutto al secondo piano dell’ospedale di Mazara del Vallo.

Non ci sono elementi per ritenere che la seconda ondata di contagi (e di ricoveri) possa essere più ridotta rispetto a qualche mese fa, ma la decisione è presa: si passa dal Covid-hospital di Marsala ad un “Reparto Covid” da 12 posti letto e 4 posti di terapia intensiva, che servirà per tutti i comuni della provincia di Trapani.

 

Un trasferimento avvenuto in 5 giorni. Tempi “cinesi”.

Scelta spiegata in una conferenza stampa di qualche giorno fa a Mazara, da Paolo Zappalà e Pietro Colletti. Due tecnici.

Il primo, nominato da Razza meno di due mesi fa, in sostituzione di Fabio Damiani, arrestato a maggio scorso per corruzione nell’operazione Sorella Sanità. Il secondo, nominato responsabile dell’unità operativa Malattie Infettive a Marsala da Zappalà a metà settembre, poi diventato responsabile del reparto Covid di Mazara.

Ho scelto l’ospedale di Mazara per il reparto Covid – ha detto Zappalà – perché al secondo piano c’è l’ ex pneumologia, che dispone di un impianto di controllo dei flussi dell’aria a ‘pressione negativa’, che consente all’aria di entrare dall’esterno ma di non uscire”.

La motivazione è stata esclusivamente questa”, ha aggiunto.

Un particolare che evidentemente era sfuggito a tutti e che la task force guidata da Zappalà, proveniente dalla direzione amministrativa dell’Asl di Pescara, ha messo a frutto per garantire la sanità di tutti gli abitanti della provincia di Trapani.

Una decisione pragmatica, senza eventuali interferenze dei direttori degli ospedali della provincia o dei responsabili delle diverse unità operative che, anche se avrebbero potuto dare il proprio contributo grazie alla loro operatività nel territorio, non sono stati coinvolti nella task force.

Una decisione tecnica, legata anche al fatto che “i reparti Covid – ha spiegato ancora Zappalà – funzionano solo se sono attigui agli ospedali. E non in un’altra zona, anche a poche centinaia di metri”.

 

A maggio però Razza aveva deciso che il nuovo Covid hospital, funzionale per l’intera provincia, sarebbe sorto presso il San Biagio di Marsala, un vecchio ospedale da ristrutturare.

Non si capisce perché, allora non fosse stato così importante che la struttura dovesse essere attigua all’ospedale.

Certo, c’è una bella differenza tra Covid hospital e Reparto Covid. Quest’ultimo, nei casi di peggioramento dei pazienti affetti da coronavirus, avrebbe bisogno dell’apporto fattivo degli altri reparti. Mentre il Covid hospital gli altri reparti ce li avrebbe nella stessa struttura. Quindi, a meno che non avessero avuto in mente di replicare al San Biagio anche gli altri reparti, non è chiaro il perché Razza, a maggio, avesse annunciato questa soluzione.

 

Soluzione alla quale aveva dato il suo plauso l’ex senatore Nino Papania del Movimento Via.

Anche Mauro Plescia, della Lega di Marsala si era dichiarato soddisfatto della scelta di Razza. Aveva ringraziato il commissario provinciale del partito Bartolo Giglio “per il suo ruolo strategico di cerniera con i nostri referenti istituzionali” e, ricordando di aver da sempre preso in considerazione la struttura del San Biagio “come nosocomio esclusivo Covid”, aveva affermato: “La nostra proposta è stata finalmente accolta e sorveglieremo sul pronto recupero delle funzionalità dell’Ospedale di Marsala come espresso oggi dall’Assessore Razza”.

 

Altri, come il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo erano stati critici.

Di Girolamo, in tempi non sospetti, aveva detto (da medico) che “solitamente i reparti di malattie infettive vengono realizzati con strutture a sé, ma vicine agli ospedali. In tal modo, il reparto si mantiene isolato dal resto della struttura ospedaliera, ma risulta facilmente collegato con la stessa, in modo da poter facilmente usufruire dei vari specialisti che vi operano”.

 

A settembre, a meno di un mese dal voto del 4 e 5 ottobre per le amministrative di Marsala e visto che ancora la Regione non aveva indicato né un Reparto Covid da qualche altra parte, né un Covid hospital alternativo, il sindaco uscente candidato alla riconferma è intervenuto con fermezza: “Nessuno pensi di trasformare nuovamente il Paolo Borsellino in ospedale Covid. La popolazione marsalese ha già pagato un prezzo altissimo in primavera quando il governo regionale decise di trasformare l’ospedale di Marsala in Covid Hospital”.

Mentre Massimo Grillo, altro candidato sindaco alle stesse amministrative con un’ampia coalizione, condivideva l’auspicio dell’onorevole Eleonora Lo Curto di individuare un altro nosocomio per far fronte all’eventuale peggioramento della situazione dei contagi.

Quanto prospettato dall’onorevole Lo Curto – aveva affermato Grillo - e condiviso nei contenuti e nei metodi dalla coalizione, è stato prontamente recepito dall’assessore regionale alla Salute Razza e dal nuovo commissario straordinario dell’Asp di Trapani, Paolo Zappalà, ai quali vanno i miei più sentiti ringraziamenti…”.

 

Il 21 settembre 2020 la direzione generale istituisce dei nuovi centri di costo da utilizzare per ogni processo aziendale che fa riferimento all’emergenza coronavirus: uno relativo alle malattie infettive e l’altro per anestesia e rianimazione. Entrambi a Mazara del Vallo.

Contemporaneamente, ai direttori di tutti gli ospedali della provincia viene comunicata la disposizione assessoriale di un reparto Covid presso l’ospedale di Mazara.

E il personale?

L’azienda decide di trasferire temporaneamente a Mazara quei medici di Marsala con esperienza sui pazienti Covid.

Ma Marsala rimane sguarnito. E allora la direzione sanitaria aziendale chiede ai vari ospedali la disponibilità di dirigenti medici di cardiologia, chirurgia generale, medicina interna e pronto soccorso.

E per evitare disservizi negli altri ospedali della provincia, viene comunicato che almeno fino a novembre prossimo, la disponibilità sarà regolata dal “regime di incentivazione”. Vuol dire che i medici si sposteranno a Marsala nei giorni di ferie o di riposo, lavorando su turni e che l’azienda pagherà in più in termini di trasferta e di straordinario.

 

Le domande sono più di una.

Siamo proprio sicuri che questa decisione garantisca davvero la salute di tutti i cittadini della provincia? Quale efficienza economica e che tipo di qualità delle cure si può pretendere da medici che lavorano in trasferta durante le loro ferie o il loro turno di riposo?

Perché, visto che a Marsala erano pronti per ripartire con più esperienza e con costi decisamente inferiori, si è scelto di cominciare da capo in un altro ospedale?

Dio non voglia, l’evoluzione epidemiologica dovesse peggiorare, il nosocomio di Mazara diventerà Covid hospital?

Ed in tal caso, i reparti per la cura delle altre malattie dove verrebbero trasferiti?

 

Egidio Morici