Enzo Alfano va avanti da solo.
L’apertura alla minoranza, dettata principalmente dal fatto di non avere più i numeri in consiglio comunale, non ha funzionato. Almeno per il momento.
Nelle consultazioni con le forze di opposizione, tutti avevano chiesto l’azzeramento della Giunta, ma il sindaco ha detto che il Movimento 5 Stelle non è disposto a sacrificare la propria identità politica.
E oggi dovrebbe nominare “tre assessori di alto profilo, nei punti cruciali dell’attività amministrativa”.
Nel suo ultimo video messaggio ha affermato che dopo queste nomine, resterà “fermo ad aspettare che altre forze politiche possano apportare nuove idee e nuovi punti programmatici”.
Non sarà un’attesa eterna però, ha aggiunto Alfano, “perché ci daremo un tempo entro cui, in assenza di novità, determineremo di nominare tutti quanti gli assessori e proseguiremo nella nostra attività amministrativa, con la nostra identità politica alla quale non rinunzieremo mai.”
Identità politica che i castelvetranesi avrebbero già espresso con il 65% dei consensi, alle recenti elezioni comunali.
Dura la posizione di Obiettivo Città, che fa capo al consigliere ed ex candidato sindaco Calogero Martire che, in un comunicato stampa, scrive che il sindaco avrebbe rinunciato ad una grande occasione di rilancio della propria attività amministrativa “solo per rimanere in sella ed egoisticamente non ammettere il proprio fallimento politico e amministrativo”.
Il Partito Democratico invece comunica che rimarrà all’opposizione, valutando “di volta in volta tutti gli atti attraverso un dibattito interno al nostro schieramento e di concerto con il nostro Gruppo Consiliare”. Anche se sembra non escludere uno spiraglio, quando scrive che “il Pd e Uniti x Castelvetrano sono pronti ad intraprendere percorsi chiari, lineari ed intellegibili”.
Non bisogna fare però confusione tra la giunta ed il consiglio comunale. E’ in quest’ultimo che servono i numeri.
E se fino a poco tempo fa, c’erano 12 consiglieri di maggioranza e 12 di minoranza, le dimissioni da assessore di Biagio Virzì (che rimane in carica come consigliere) potrebbero far pensare ad un suo allontanamento dai 5 Stelle.
Per chi non conosce come funziona la politica nei comuni (e non solo), occorre sapere che i numeri della maggioranza in consiglio comunale, sono direttamente proporzionali all’appartenenza degli assessori. Se quel dato partito ha un suo assessore di riferimento in giunta, allora è molto probabile che in consiglio comunale non si metterà di traverso nell’approvare le delibere volute dall’amministrazione.
Ecco che il concetto di “alto profilo”, purtroppo lascia il posto alla più prosaica “appartenenza”.
Purtroppo la garanzia di governabilità, al di là degli effettivi risultati, non può essere garantita semplicemente dal gruppo di assessori “competenti”.
Anche perché, per quanto questi possano essere “tecnici”, le scelte saranno sempre di tipo politico. E quindi opinabili da un’opposizione che potrebbe respingerle.
A questo punto, il sindaco potrebbe dire che il bene della città verrebbe messo a rischio da un’opposizione irresponsabile. Ma dal canto suo, l’opposizione potrebbe rispondere che il bene della città venga invece minacciato dal mancato accoglimento dei propri suggerimenti.
Il problema dei numeri però non è detto che sia facilmente risolvibile attraverso l’alleanza con un solo soggetto politico. Se in questo modo i 5 Stelle guadagnassero un paio di consiglieri comunali, nessuno potrebbe escludere che un domani altri pentastellati potrebbero abbandonare il movimento e passare dall’altra parte (proprio come è accaduto ai tre di Bene Comune), riportando le stesse condizioni di stallo che l’apertura alle opposizioni aveva con fatica risolto.
L’impressione è che, a prescindere dalle scelte e dal profilo degli assessori, la città abbia troppi problemi da risolvere. E per risolverli, visto lo stato di dissesto finanziario (che tanti sembrano aver rimosso), le idee e gli spunti programmatici non bastano.
Ci vogliono risorse finanziarie. Soldi che dovrebbero arrivare dalle tasse dei cittadini. Ma che da troppi anni, tra le oggettive difficoltà della gente comune e le furberie impunite dei grandi evasori, non arrivano o arrivano col contagocce.
Ed è per questo che in campagna elettorale Tp24 aveva posto ai candidati sindaco questa domanda:
“Il comune di Castelvetrano è in dissesto finanziario: una voragine da 27 milioni di euro causata da un’alta percentuale di cittadini che non pagano le tasse, ma soprattutto dall’atavica incapacità del comune a riscuotere quelle già richieste. Di solito, nelle campagne elettorali, si promette di abbassare le tasse. In questo caso invece, per legge, verranno alzate. La domanda però è: come farete concretamente a riscuoterle?”
Una domanda che rimane aperta. Alla quale la politica tutta dovrebbe rispondere con i fatti. Covid permettendo.
Egidio Morici