Due anni di carcere, con pena sospesa, sono stati inflitti, per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori (“stalking”) in danno dell’ex compagna (I.I., 40 anni), dal Tribunale di Marsala al 33enne Paolo Bilà, nato a Castelvetrano, ma residente a Campobello di Mazara.
L’uomo è stato, invece, assolto dall’accusa di violenza sessuale. I fatti contestati dall’accusa si sarebbero svolti a Marsala tra il 2015 e il 17 dicembre 2018, giorno dell’arresto di Bilà. A riqualificare in stalking una parte delle contestazioni che la Procura aveva definito come maltrattamenti in famiglia è stato il Tribunale.
Secondo l’accusa, l’imputato, sia nel periodo di convivenza che dopo la decisione della donna di lasciarlo, avrebbe sottoposto I.I. a “continue vessazioni”, insultandola e picchiandola, con pugni al volto e calci alle gambe. E per questo, la donna decise di interrompere la convivenza nel settembre 2018, ma lui avrebbe reagito con una serie di atti persecutori: pedinamenti, inseguimenti, irruzioni nell’abitazione dell’ex compagna scavalcando il cancello d’ingresso e aggressioni fisiche. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Massimo Mattozzi, mentre la donna, parte offesa (non si è, comunque, costituita parte civile), è stata assistita dall’avvocato Fabiola Rosolia.