Il focolaio al Centro Accoglienza Straordinaria “La locanda dei Locandieri” è completamente fuori controllo.
Dopo l’emersione di 25 ospiti positivi su 60 e la fine della quarantena e dell’isolamento disposti dall’Asp (ne avevamo parlato qui), ieri l’Usca è tornata alla Locanda per fare i tamponi. Ma tanti nordafricani erano assenti ed altri si sono rifiutati di farli.
Alla fine, all’appello ne sono mancati più di 30.
Qualche assente anche tra i lavoratori della struttura, dal momento che in queste due settimane qualcuno si è dimesso e qualcun altro è in malattia o in maternità.
L’isolamento per i positivi e la quarantena per gli altri ospiti erano terminati già da venerdì scorso (13 novembre), con positivi e negativi tutti nello stesso edificio. Spazi sufficienti, certo, ma carente consapevolezza del pericolo, visto che in tanti entravano ed uscivano per andare a raccogliere le olive in campagna.
Senza contare le immaginabili difficoltà dei lavoratori della cooperativa a svolgere il proprio lavoro nel cuore di un vero e proprio focolaio, reso ancora più pericoloso da un negazionismo diffuso.
Insomma, misure sanitarie senza alcuna garanzia.
Si dirà, tutti asintomatici. Invece no. Tra gli ospiti c’è una signora ricoverata da quasi due settimane al reparto Covid dell’ospedale di Marsala, per fortuna non in terapia intensiva.
Il sindaco Enzo Alfano, già ai primi di novembre ci aveva fatto sapere che l’Asp aveva chiesto alla Regione Siciliana di decretare la Locanda come zona rossa. Ad oggi non sarebbe arrivata alcuna risposta.
Egidio Morici