I risultati preliminari dell’autopsia sul corpo di Maradona dicono che la causa della morte è stata «insufficienza cardiaca acuta, conseguenza diretta di una grave miocardiopatia, che ha generato un esteso edema polmonare».
L’autopsia è stata eseguita mercoledì notte all’ospedale San Fernando di Buenos Aires. La famiglia Maradona aveva chiesto ai medici di non entrare con i cellulari per timore di una diffusione delle foto del cadavere. Intervistato da Telefé, Alfredo Cahe, storico medico personale del Pibe de Oro, ha detto che «Diego non è stato curato come si sarebbe dovuto fare. Non solo avrebbe dovuto restare nella clinica dove era stato operato, ma in un’area ampiamente specializzata, con una infrastruttura differente a quella di cui disponeva nella casa dove è morto». E ancora: «L’esame cardiovascolare non è stato realizzato in forma completa. Diego non ha avuto la necessaria protezione. Non ho capito perché c’è stata tanta urgenza di operarlo».
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La camera ardente è stata allestista alla Casa Rosada di Buenos Aires, il palazzo presidenziale argentino, dove migliaia di tifosi si sono messi in fila per rendere omaggio al campione. Sono scoppiati scontri con la polizia quando la camera ardente è stata chiusa e sono rimaste fuori centinaia di persone. In serata, dopo il funerale, Maradona è stato sepolto nel cimitero privato Jardin de Bella Vista, a 35 chilometri da Buenos Aires, accanto alla madre Dona Tota, morta nel 2011, e al padre Diego, deceduto nel 2015.
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Grandi assembramenti anche a Napoli, nonostante la città al momento sia zona rossa. Tra cori e fumogeni, migliaia di persone si sono radunate allo stadio San Paolo, che sarà intitolato a Maradona, stando a quanto annunciato dal sindaco de Magistris.
Papa Francesco ha inviato alla famiglia Maradona un rosario e una lettera di condoglianze.
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La famiglia di Carlos Bilardo, allenatore dell’Argentina campione del Mondo nel 1986, ha staccato la televisione per non far sapere all’ex ct della morte di Maradona. Bilardo sta combattendo da anni con una malattia neurodegenerativa.
«Parte la caccia all’eredità, ora. Sull’entità della quale regna il mistero. Quel che si sa è che il tesoro di Maradona non è fatto di denaro contante, di cash. Si parla di non più di 100mila dollari sul conto, ma ci sarebbero anche diversi milioni di debiti. La conferma l’ha data Luis Ventura, giornalista argentino da sempre vicinissimo al Dieci, spiegando che l’enorme patrimonio accumulato con gli stipendi e con i cachet degli sponsor storici come la Puma sarebbero stati «sperperati a causa delle sue mani bucate e in gran parte sottratto da chi lo circondava con il fine di raggirarlo e svuotargli le tasche, bastava chiedere e lui dava».
Che fine hanno fatto quindi i milioni di dollari guadagnati negli anni da allenatore a Dubai? O da presidente onorario del Dinamo Brest, che gli passava 20 milioni di dollari all’anno? Secondo Ventura, si sarebbero volatilizzati sia per la sua eccessiva generosità sia per certi raggiri subiti da chi faceva parte del suo quadrato magico. Ma visto che i soldi rimasti sul conto corrente sono pochi, come confermano in realtà diverse persone vicine all’ex campione, a cosa puntano gli aspiranti eredi? Gioielli, terreni, immobili di pregio tra cui un edificio intero e svariati appartamenti nel centro di Buenos Aires, sei auto di lusso tra cui Bmw, Audi e Rolls Royce, alcuni investimenti a Cuba e in Italia, scuole calcio in Cina oltre a contratti d’immagine che resteranno in vigore anche dopo la morte. Insomma, l’eredità non è un forziere di monete d’oro, ma esiste. Eccome: alcuni media argentini la stimano sui 70-100 milioni di dollari, altri il doppio» scrive Il Corriere della Sera.