28 miliardi di euro di investimenti, il Ponte sullo Stretto, un aeroporto hub del Mediterraneo, una cittadella aeroportuale integrata con una piattaforma per la logistica.
C’è tutto questo alla base del documento di 23 pagine, preparato dal vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, con il quale si progetta e allo stesso tempo si sogna il futuro delle infrastrutture in Sicilia, alla base delle sviluppo economico dell’Isola, che a sua volta è strettamente legato a quello turistico.
Oltre allo scalo intercontinentale, vicino allo snodo ferroviario e stradale del Ponte sullo Stretto, gli investimenti sono destinati alla creazione di un “Centro di tecnologie e astrofisica spaziale del Sud”, ma è prevista, per la Sicilia orientale, anche la realizzazione di una funivia fra l'Alcantara e l'Etna.
In queste pagine di sogni e aspirazioni, c’è spazio anche per lo scalo navale di Marsala, così importante da farne un hub marittimo (in realtà sulla carta lo sarebbe da tempo), ma anche l’ammodernamento, finalmente, della rete ferroviaria Palermo-Messina-Catania.
A queste infrastrutture poi si aggiungono le strade siciliane, molte sono lì ferme da anni, l'autostrada Siracusa-Gela e, addirittura, si pensa ad una pista ciclabile che circondi la Sicilia.
Più che un documento programmatico e fattibile, quello di Armao è una specie di aspirazione velleitaria che vuole trasformare l'Isola, nel giro di un anno e mezzo, da Cenerentola del Sud a Regina del Mediterraneo.
Sognare non costa nulla, e in questo diario dei sogni, espressi e realizzati chissà quando, si trova anche un mix di opere da realizzare, come cambiare (evitando le truffe del recente passato) l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese in un centro di produzione cinematografica, e il Roosevelt di Palermo in un Centro internazionale di studi avanzati su salute e ambiente.
E’ un forno dalla bocca grande quello creato da Armao, con l'avallo del presidente Nello Musumeci e dell'assessore alle Infrastrutture Marco Falcone.
Del resto questo esecutivo regionale si è impegnato fin dall'inizio per una rivoluzione che avrebbe dovuto fare diventare la Regione fiore all'occhiello del Paese. Al momento non c'è nessuna rivoluzione né in termini di riforme né in termini di infrastrutture. Si sa, sognare non costa nulla e può portare lontano. Il problema è sempre il risveglio.
L'anno ancora in corso, nonostante la Pandemia, ha portato dei risultati proprio all'assessorato Infrastrutture, da quando l'assessore Falcone si è insediato le gare d'appalto espletate sono più di 80: “Siamo la prima Regione d'Italia in numeri assoluti. Il governo Musumeci ha lavorato a questa svolta fin dal 2017 e oggi i risultati ci danno ragione”. Vedremo se anche il programma di sviluppo, messo su da Armao, si concretizzerà in risultati concreti o se rimmarrà un’utopia.