Trachida va al contrattacco. Replica senza mezze misure alla sentenza che ha visto condannare il Comune di Erice a versare per intero la sua quota da "socio fondatore" per il Consorzio universitario di Trapani.
La sentenza della terza sezione civile della Corte di Appello di Palermo stabilisce che il Comune di Erice dovrà pagare al Consorzio Universitario della provincia di Trapani la somma di 103.291,38 euro. E' la quota associativa per l’anno 2013. Durante la sindacatura di Giacomo Tranchida, oggi primo cittadino a Trapani, il Comune decise, non senza polemiche, di ridurre drasticamente la sua quota annuale al Consorzio, passando dai 100.000 euro annui a 5.000. Il Polo universitario fece ricorso. Il Comune di Erice perse sia nel 2015 che oggi. La vicenda ha suscitato un gran dibattito in città. Adesso l'attuale sindaco di Trapani difende la scelta fatta anni fa. E replica così alla sentenza e alle polemiche.
Da alcuni giorni, atteso l'esito della sentenza della Corte d'Appello di Palermo che, in maniera irreale sembra "condannare" il Comune di Erice a rimanere a vita dentro il Libero Consorzio Universitario di Trapani e, dunque, a versare oltre 100.000 € annui delle tasse dei cittadini ericini (prescindendo dal numero di abitanti e studenti residenti, in maniera dunque non proporzionata rispetto ad altri Comuni che, registrano ed a maggior ragione registravano al tempo, ben più alti numeri di studenti praticanti il Libero Consorzio di Trapani) per consentirne il mantenimento, s'alzano sguaiate e tendenziose prese di posizione politiche.
I protagonisti, vecchi e nuovi ma decisamente avversari politici tanto ieri quanto oggi, e coerentemente taluni anche in futuro, delle azioni politiche e di governo che, a diverso titolo mi hanno visto, ad oggi, e per quanto utile domani, protagonista od impegnato, mettono assieme una "sinistra orchestra": dal PSI di tale ex deputato Oddo (che in materia di danno erariale, con la sua azione spregiudicata in ARS ha fatto scuola e, come cittadino siciliano contribuente, mi auguro abbia almeno onerato il conto), all'eterno candidato Sindaco "coniglio" a Trapani, tale Miceli oggi in Fratelli d'Italia, al dotto, appare per titoli, ma spero non suggestionato da possibile conflitto d'interessi, Barracco dei 5 Stelle ericini, che, financo pretende istituzionalmente di "processare" a mezzo di risibili Commissioni d'Inchiesta quella che è stata - e lo rivendico con orgoglio- una scelta politica da me ispirata, al netto dei passaggi e dei competenti organismi istituzionali e amministrativi (Giunta, Consiglio comunale e, per la competenza di legge, al netto della separazione dei poteri, i vari funzionari preposti).
Scelta politica, che ieri ad Erice, come oggi a Trapani (dotazione finanziaria di oltre 150.000€ annue), ha un solo obiettivo: sostenere un Consorzio Universitario che offra ai nostri giovani ma anche agli altri studenti esterni che riesce ad affascinare, un futuro formativo propedeutico alla reale ma non remota ipotesi occupazionale ed a supportare anche politiche di sviluppo territoriali. Questo è il tema sul quale la politica tutta dovrebbe non solo interrogarsi ma fare fronte comune sul tema . Perché gran parte degli studenti trapanesi va via, anche oltre l'isola?
Eppure a Trapani non sono mancati docenti in gamba, occorre forse rivedere strategie di alta e qualificata formazione anche post universitaria, che facciano cambiare verso ad una sensazione diffusa, quella di una periferia palermocentrica.
Certamente, mancano anche le infrastrutture di servizio che creino appeal, al netto di quello ambientale, unico.
E non è un caso che ieri Erice ha puntato e quindi conseguito finanziamenti per fare un campus universitario adiacente al Libero Consorzio e che oggi Trapani, al pari, ha ottenuto finanziamenti in seno alla riqualificazione dell'ex Macello destinati a servizi correlati al mondo universitario oltre che giovanile più in generale.
Non è un caso, ma il frutto di una visione politica che tanto ad Erice quanto a Trapani persegue la medesima originaria idea.
Per quanti mi conoscono - avendo ben note le mie radici "muntisi"- non sono abituato a cambiare idea, a prescindere dal ruolo o funzione politica rivestita, tranne che, diversamente, non mi si convinca della bontà del pubblico interesse da perseguirsi.
Ancor meno e per vanto d'origine culturale oltre che di formazione politica, sono avvezzo alla prassi ipocrita del dire con "labbra morbide" e del conseguente ed inopportuno uso del "bacia mano o levar coppola" tanto per rimanere in terra di Sicilia.
Questo è il quadro "ambientale", al netto dei sacrifici e dei nobili intenti dei Padri Fondatori del Consorzio e della suggestiva visione di futuro formativo, in cui buona parte dello scenario politico trapanese si è mosso financo considerando il Libero Consorzio come una sorta di postazione politica dove addirittura mettere bandierina, D'Ali & compagni, ad esempio, per memoria e citazione datata.
Chi in ambito politico pensa ancora ad un giocattolo da manovrare, utile per dotte passerelle confe(auto)referenziali magari in compagnia di qualche codazzo in ermellino, o chi, invece, pensa ad una struttura utile solo a produrre qualche incarico o posto al sole per propri familiari e congiunti, come ieri anche oggi , mi ha trovato e continuerà a trovarmi di traverso, e non solo nelle sedi politiche.
La politica deve servire a sostenere la crescita culturale di una città, e non approfittarne per creare un manipolo di asserviti. Mi ricordo di conferenze, così dette universitarie, che facevano solo campagna elettorale, strumentalizzando gli studenti.
Fuori la politica dalla Universita', si a politiche per il sostegno universitario dei nostri giovani.
Diversamente da alcuni protagonisti politici a me avversi, sosteniamo una idea opposta di come deve essere e funzionare un Libero Consorzio Universitario che si ispiri a garantire servizi agli studenti in cerca di nutrimento culturale propedeutico a quello formativo ed occupazionale oltre che utile ed indispensabile per lo sviluppo territoriale.
Aggiungo, da Sindaco di Trapani, che tale scenario, non solo è stato da me e da subito rappresentato ai vertici del Libero Consorzio Universitario oltre che al Rettore dell'Universita' di Palermo, ma anche ai Comuni soci (invero pochissimi...) rispetto ad un discreto numero di Studenti presenti e provenienti da tutta la provincia e non solo.
Di recente insieme al maggioritario al pari condotante Comune di Marsala (ndr Sindaco Grillo) al riguardo, abbiamo rilanciato proponendo anche corsi di alta formazione oltre che in materia sanitaria. In tale direzione coinvolgeremo i Comuni della provincia di Trapani, chiarendo un principio di fondo: " i soldi delle tasse dei cittadini versate dai Comuni al Libero Consorzio debbono ritornare in primis in favore ed a sostegno degli studenti e famiglie della propria comunità finanziatrice".
Questa filosofia è partita da Erice anni fa e non cambierà orizzonte a Trapani.
In disparte dalle scelte legali che farà il Comune di Erice, atteso che le sentenze più che commentarle, se non convincenti, s'impugnano, non vedo l'ora di essere chiamato da qualche toga competente anche in sede contabile - ammesso che i superiori attori politici abbiano il coraggio di praticarle o adirle, ovviamente assumendosene le responsabilità - onde dimostrare non solo la bontà della scelta operata al tempo dal Comune di Erice a tutela dei propri cittadini contribuenti rappresentati ma anche per far vincere un principio che nessun Tribunale può mettere in discussione: l'autonoma e libera responsabilità di perseguire legittimamente gli interessi di una comunità che democraticamente si è dotata di Istituzioni rappresentative proprie: Consiglio, Sindaco e Giunta.
Tradotto, vale sempre l'art 18 della Costituzione, cioè la possibilità che l’esercizio del potere di recesso da parte di un ente pubblico consorziato o associato incontra l’unico limite costituito dall’essere ispirato da ragioni di opportunità amministrativa che lo giustifichino in relazione ai compiti associativi, svincolate dalla nozione di giusta causa tipica di natura privatistica. Non è poi ipotizzabile che il recesso debba essere addirittura approvato, trattandosi di atto unilaterale e non di proposta di un contratto modificativo, che richiede invece l’accettazione. Deve ritenersi infatti che l’approvazione non può che risolversi in una presa d’atto del recesso, atto unilaterale recettizio, che esplica i suoi effetti una volta appreso dal soggetto destinatario.
Andiamo al paventato danno?! Quale? Ammesso e non concesso che il Comune di Erice non impugni tale pronunciamento e paghi oltre 100.000€ per tale annualità (per la quale era presuntivamente obbligato, ma che non ha pagato!), dove consta il danno, atteso che il Comune ha prodotto un risparmio anche negli anni a seguire ?
Ps ...se non ricordo male i Comuni per legge sono obbligati a farsi carico dell'istruzione scolastica primaria, poi la Regione per quella secondaria, quindi l'istituzione Universitaria ad onere statale.
Diversamente, è libera ed autonoma scelta del Comune se rivede in una logica consortile un reale ritorno d'interesse pubblico per la propria Comunità. Ma per queste materie credo che qualche candidato giurista oggi militante in Fratelli d'Italia debba ancora studiare, diversamente dalle sentenze politiche in cui ama strumentalmente cimentarsi.