Il coordinamento di "Marsala Coraggiosa" interviene sul rimpasto politico della Giunta regionale guidata da Nello Musumeci, ritenendolo inopportuno visto il periodo così difficile per i siciliani, sia a livello sanitario che economico, e in particolare il movimento si sofferma sul fatto che Musumeci abbia sostituito l'unica donna che vi era nel Governo della Sicilia, e sul commento del deputato della Lega Vincenzo Figuccia che ritiene vergognoso. Qui la nota completa di Marsala Coraggiosa:
In un momento di emergenza sanitaria ed economica come quello che stiamo attraversando, in cui si rimane per giorni nelle barelle dentro il Pronto Soccorso in attesa che si trovi un posto letto, in cui i siciliani perdono il lavoro e chiudono storiche attività commerciali, il nostro Presidente Musumeci pensa al rimpasto politico della Giunta Regionale, sostituendo, oltretutto, l’unica presenza femminile del Governo con un nuovo assessore e componendo così la prima giunta completamente maschile della storia siciliana.
Oltre queste scelte ingiustificabili ed incomprensibili, leggiamo il vergognoso commento del Deputato leghista dell’Ars Vincenzo Figuccia che commenta sulle contestazioni fatte in queste ore da diversi rappresentanti politici proprio in merito alla mancanza della presenza femminile in giunta.
Riportiamo qui il commento:
"Assistiamo in queste ore ad una polemica del tutto sterile e pretestuosa sulla composizione del governo regionale e sulla presenza di donne nel Governo.
Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani”.
Rimaniamo basiti da tali dichiarazioni e da certe scelte politiche, perché in un momento storico in cui tra i cittadini c’è smarrimento e incertezza, in cui si vorrebbe ritrovare nelle istituzioni, fiducia e impegno nella ricerca di soluzioni immediate per l’emergenza sanitaria e per la ripresa economica, ci troviamo ad aver a che fare con governanti che pensano a come posizionare “portatori di voti” nelle ultime competizioni elettorali, politici che usano un linguaggio culturalmente non più accettabile, in quanto mortifica donne e uomini che ogni giorno compiono piccoli e grandi battaglie per ridurre gli stereotipi di genere e conquistare parità di diritti, parità di salario, che lottano contro la discontinuità occupazionale femminile e la mancanza delle donne in ruoli apicali.
Questa classe dirigente è quella che allontana i giovani dalla politica, fa perdere autorevolezza alle istituzioni e interesse per la cosa pubblica. Questa classe politica è quella che spinge i giovani a lasciare il nostro paese e cercar altrove, in paesi più progressisti e realmente democratici, il proprio posto nel mondo.
Ci auguriamo che il 2021 possa portare rinnovamento tra la classe politica dirigente con rappresentanti più coscienziosi che mettano al primo posto della loro agenda i reali bisogni della comunità, delle classi sociali più fragili, dei giovani competenti e non gli interessi di “pochi” che ancora oggi condizionano le nostre scelte quotidiane, la nostra salute e la qualità della nostra vita".