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10/01/2021 06:00:00

Castelvetrano, tre domande al nuovo assessore Stefano Mistretta

 E’ Stefano Mistretta il nuovo assessore della giunta Alfano a Castelvetrano.

Non è un politico, anche se in passato era inscritto a Sinistra Democratica e da ragazzo faceva parte della Federazione Giovanile Comunisti Italiani (FGCI).

Nel novembre scorso, il sindaco aveva approfittato di una nostra intervista per lanciare un appello a tutti i professionisti che volessero spendersi per la propria città, affinché presentassero i propri curricula. Una porta aperta a tutti, aveva specificato, “tranne che ai massoni, agli inquisiti e a chi ha avuto un ruolo politico nelle vecchie amministrazioni”.

Ingegnere elettrico e ambientalista, Mistretta era tra coloro che avevano risposto all’appello e tra poco riceverà le deleghe dell’ex Assessore Irene Barresi, che qualche giorno fa si è dimessa per motivi personali (ne abbiamo parlato qui) che si occupava di igiene, tutela ambientale, tutela animali e arredo urbano.

 

Gli abbiamo fatto qualche domanda.

 

Ingegnere, è entrato nella giunta di un comune dove il clima continua ad essere rovente. C’è una parte dell’opposizione che spesso butta benzina sul fuoco, con provocazioni di diversa natura. La cosa la preoccupa?

 

Ho diverse amicizie tra le fila dell’opposizione. Pur nel rispetto dei ruoli, spero di poter dare un contributo almeno per smussare gli angoli. Sono convinto che i confronti molto duri non facciano bene a nessuno, rischiando di aumentare la disaffezione alla politica da parte dell’opinione pubblica. Ma confido molto nella responsabilità di tutti. A prescindere dall’appartenenza politica e dai ruoli, mi piace pensare che tutti abbiano come priorità il bene di questa città.

 

Lei si occuperà anche di decoro. Si registra ormai un netto aumento delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti, ma persistono alcuni cumuli che si formano quasi sempre negli stessi angoli della città. Si tratta di rifiuti non differenziati correttamente, che gli operai non ritirano, etichettandoli con i relativi adesivi di non conformità. Che fare? Multe, controlli, videotrappole?

 

Guardi, personalmente sarei più per una campagna di sensibilizzazione. Un conto è l’abbandono di rifiuti in aperta campagna, da parte di persone che non si sa da dove provengano, un altro è il cumulo dei sacchetti che si forma all’angolo di una strada o in una piazza. In questo caso, più che la repressione, forse sarebbe meglio capire che cosa non sta funzionando, intervenire anche in base al livello culturale delle persone. Certo, le mie sono al momento soltanto delle considerazioni più da cittadino che da assessore. Non ho ancora cominciato, ma so bene che tra un’idea e la sua realizzazione, i tempi del settore pubblico sono molto allargati. Ad ogni modo, cercherò di fare del mio meglio.

 

Da ingegnere elettrico, come la fanno sentire queste infiltrazioni della mafia che nella nostra provincia hanno svilito le grandi potenzialità dell’energia alternativa?

 

Fondamentalmente la mafia fa affari dove girano i soldi. Quello dell’energia alternativa è un settore nobile, contro l’inquinamento. E’ triste e paradossale che possa essere a sua volta inquinato dalla mafia.

 

Egidio Morici