"La cena in pizzeria c'è stata. E prima c'era stato un incontro, avvenuto in un bar nella zona di San Cusumano, nel corso del quale Giacomo Tranchida chiese il voto disgiunto a mia madre in cambio dell'assessorato ai Servizi sociali”.
Lo ha detto Alessandro Manuguerra che, questa mattina, ha testimoniato al processo che vede imputato il segretario regionale del Psi, Nino Oddo, dopo la querela presentata contro di lui dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.
La vicenda, però, ruota attorno ad un presunto accordo durante le Amministrative del 2007, tra l'allora candidato a sindaco di Erice e Cettina Montalto. Accordo sempre negato da Giacomo Tranchida.
Cettina Montalto, candidata al consiglio comunale della Vetta, sosteneva Ignazio Sanges, antagonista di Giacomo Tranchida, ma siccome era possibile il voto disgiunto, secondo la tesi di Oddo, la donna avrebbe fatto votare Tranchida in cambio di un assessorato. Il patto Tranchida-Montalto sarebbe stato sancito in una nota pizzeria. E l'accordo tra Tranchida-Montalto è stato confermato da Alessandro Manuguerra, figlio di Luigi e di Cettina Montalto. Il giovane consigliere comunale di Erice ha anche ricordato di un incontro preliminare avvenuto al bar tra la famiglia Manuguerra è Giacomo Tranchida. La prossima udienza è stata fissata il 15 aprile e sarà ascoltata Cettina Montalto. Ad asssistere Nino Oddo gli avvocati Massimo Zaccarini e Giovanni Bruno.