Tra i 23 Lsu che avevano fatto causa al comune per vedersi riconosciuti i propri diritti, c’è anche una donna indagata per truffa e false attestazioni ai danni dello Stato.
Fa parte di quei nove dipendenti del settore cimiteriale, che nei mesi di settembre e novembre del 2019, secondo gli inquirenti, avrebbero prodotto complessivamente oltre 100 ore di assenze ingiustificate.
Si tratta di un caso che pone delle riflessioni sulle stabilizzazioni dei precari.
Infatti, al di là delle rilevanze penali che la vicenda degli assenteisti indagati potrà comportare, non si può fare a meno di chiedersi quanto i diritti disattesi in teoria, possano in realtà stridere con i doveri ancora più disattesi nella pratica.
E’ giusto che chi è accusato di essersi assentato senza giustificazione e reiteratamente dal lavoro, abbia diritto ad un risarcimento di dieci mensilità (così ha deciso il giudice del lavoro) perché l’ente li avrebbe utilizzati per mansioni diverse rispetto ai primi contratti a termine?
E’ difficile non chiedersi poi quanto possa essere profondamente irrispettoso nei confronti di coloro che nel comune invece hanno sempre lavorato con serietà e responsabilità.
Forse, in questo senso, non aveva tutti i torti l’assessore Cappadonna a parlare di stabilizzazione ragionata.
Egidio Morici