Era stato arrestato nel corso della fase III dell’operazione antimafia denominata Ermes, Marco Manzo, il cinquantacinquenne di Campobello di Mazara sottoposto ad un nuovo provvedimento restrittivo dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani, lunedì sera.
In particolare, Manzo nel giugno 2020, era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, poi annullata nel successivo mese di luglio dal Tribunale del Riesame, che aveva accolto le doglianze della difesa, ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari.
Nel prosieguo dell’iter processuale, la Procura della Repubblica aveva impugnato il provvedimento demolitorio del Tribunale, ottenendo dapprima una pronuncia favorevole in appello e successivamente, lo scorso 12 febbraio, il rigetto del successivo ricorso presentato dall’indagato in Cassazione.
L’indagine Ermes III aveva fatto luce sugli interessi economici facenti capo ai sodali del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, retto dal defunto boss Vito Gondola, deceduto il 13 luglio 2017, nonché sui rapporti che il capo mafia mazarese intratteneva con altri appartenenti alle famiglie mafiose di Marsala, di Campobello e di Castelvetrano.
Nel corso di incontri riservati e attraverso lo scambio di “pizzini” si decidevano, tra le varie attività illecite, le estorsioni da portare a termine nell’ambito della compravendita di fondi agricoli o nel settore dell’esecuzione di lavori pubblici.
Le attività investigative avevano disvelato una serie di fatti penalmente rilevanti compiuti dagli indagati, alcuni appartenenti, altri vicini a Cosa Nostra, che si adoperavano per garantire gli interessi economici dell’associazione, il controllo del territorio e quello delle attività produttive nonchè per favorire la comunicazione riservata con il latitante Matteo Messina Denaro.