Si chiama “I pupi antimafia” il progetto di legalità degli alunni del Liceo Scientifico di Castelvetrano, che vede la collaborazione tra la Dirigente scolastica Tania Barresi e il Coordinamento provinciale di Libera, guidata da Salvatore Inguì. Un metodo che permette agli studenti di capire, confrontarsi sulla storia della mafia, sulle sue origini sociali e politiche e anche un modo per chiarire quelli che sono i falsi valori della mafia.
Una trentina gli studenti seguono da alcuni giorni il maestro puparo Angelo Sicilia, tramite il quale con questo nuovo linguaggio e con i pupi, stanno imparando a conoscere le vittime innocenti della mafia e alcuni degli stessi mafiosi.
Tra i personaggi e le storie ci sono anche i testi dei giudici Falcone e Borsellino. "Purtroppo-continua Angelo Sicilia - molti testi che rappresentiamo parlano di sconfitte.” Tra le storie raccontate quella di Lia Pipitone, figlia di un mafioso che si ribello a quella vita e che voleva vivere normalmente la sua vita e invece venne uccisa negli anni '80 proprio dal padre.
Il progetto scolastico finanziato dalla Regione, è realizzato in collaborazione con Libera, prevede un incontro con il Sindaco di Castelvetrano, il 29 marzo “una marcia virtuale” nei luoghi dove sono stati uccisi gli uomini dello Stato e il 9 maggio ultima tappa.