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30/03/2021 06:00:00

"Droga, alcol, violenze tra i giovanissimi. Situazione preoccupante"

 Salvatore Inguì, coordinatore di Libera in provincia di Trapani, nei giorni scorsi sono state ricordate le vittime della mafia, nella giornata del ricordo. Anche quest'anno una ricorrenza celebrata in condizioni particolari dovute alla pandemia. Ma è stato comunque importante continuare nel ricordo delle persone che sono cadute per combattere la criminalità organizzata.

Ricordare le vittime innocenti della mafia è un modo per far sì che la loro morte non sia stata vana. E' soprattutto un momento di vicinanza e conforto nei confronti dei familiari, per i quali invece è importante sapere che hanno ancora vivi i propri cari attraverso l'agire dei cittadini che credono che la mafia e soprattutto la mentalità mafiosa possa essere sconfitta. Abbiamo realizzato degli eventi, eravamo tutti distanziati, con sedie apparentemente vuote, in realtà erano occupate dai disegni con i volti di alcune vittime della mafia. E' stato un modo per dire che sono morti, ma sono con noi. Non è per fare retorica, ma lo pensiamo veramente, perchè traiamo spunto dal loro spunto ed energia dai loro familiari che hanno raccolto un testimone e noi li aiutiamo a portare avanti questa lotta.

Come cambia la mafia, e l'antimafia, in tempi di pandemia?

E' un elemento interessante dal punto di vista storico. Io non so se cambia la mafia, forse cambiano i tempi e la mafia si adegua. A me sembra che la mafia, nella struttura essenziale, sia sempre la stessa. Spesso si dice che oggi la mafia è borghese, non è più la mafia contadina. Non c'è mai stata la mafia solo contadina, il capo della mafia dei corleonesi, Michele Navarra, era un dottore. Non è una scoperta recente l'esistenza della zona grigia, c'è sempre stata. Se fosse stata solo una banda militare l'avremmo sconfitta da tempo.

In questi giorni ci sono state molte polemiche su come è stata trattata la notizia della morte di Gaspare Allegra, giovane avvocato di Castelvetrano, in un incidente in montagna. Allegra era nipote di Matteo Messina Denaro, figlio della sorella del boss. Di questa parentela tutti i giornali ne hanno scritto, e in molti hanno criticato la scelta di ricordare la parentela. E' importante la sua opinione, su come trattare questo genere di notizie.

Io porto rispetto a chiunque abbia un dolore. C'è una giovane vittima, e a me dispiace. Si tratta di avere rispetto per le persone, sicuramente aver detto che era il nipote di Messina Denaro ha fatto sembrare in alcuni casi che il protagonista fosse Messina Denaro e non la vicenda della tragica morte di questo giovane che ha fatto una fine così terribile.

Lei è direttore dell'ufficio servizi sociali per i minorenni del Ministero della Giustizia, a Palermo, si occupa molto di giovani. In questi ultimi mesi c'è la percezione che ci sia molta più droga in giro per il nostro territorio. E ancora di più sembra si sia abbassata l'età, con giovanissimi, già a 13 , 14 anni, che fanno uso di droghe. In questo periodo poi si nota un aumento della diffusione delle droghe più pesanti, cocaina, crack, e altre sostanze sintetiche. Che percezione ha lei?

Non è il problema della droga riemergente, ma la notizia. E' da 30 anni che sono in questo settore, non parliamo di droga da anni, ma dal mio osservatorio posso dire che se non il 100, almeno il 90% dei ragazzi che entrano nel circuito penale hanno a che fare con la tossicodipendenza. Stiamo riscoprendo che c'è un problema che non si è mai affievolita. Quando si parla di droga pesante, non pensiamo solo alla cocaina, o all'eroina, ma ad una serie di schifezze che ci sono in giro. Ad esempio lo “speed”, una droga che viene fumata in bottiglia. Non è un caso che molti dei ragazzi che stiamo seguendo hanno problemi di tipo psichiatrico. Sono ragazzi che a 16, 17 anni hanno già disturbi difficilmente trattabili. L'assunzione di droga avviene in età anticipata rispetto agli anni passati. I ragazzini di 12, 13 toccano sostanze stupefacenti di tipo pesante. Ma anche le cosiddette droghe leggere tagliate in diverse maniere diventano pesanti. O meglio, io la distinzione tra droghe leggere e pesanti non la farei più. Il trattamento delle sostanze è fatto in maniera tale che il mercato si amplia, prende sempre più gente, e più giovani. Un altro elemento gravissimo è quello della violenza che viene perpetrata da questi ragazzi. Se un ragazzino, 10,15 anni fa faceva un furto, era un reato predatorio e basta, oggi invece oltre al furto del cellulare, ad esempio, segue il pestaggio. Perchè questa quota di violenza? Questo è un tema di cui bisogna parlare di più. C'è un clima di violenza incredibile. In questi mesi a Marsala ci sono stati diversi episodi di violenze nei confronti di ragazzi neri. I violenti sono carnefici ma essi stessi vittime di altre logiche.

Non solo le droghe, ma anche il consumo di alcol già tra i ragazzini è un tema da affrontare. Anche quella è una dipendenza che non va sottovalutata.

Il problema non è la sostanza, la droga in sé, o l'alcol. Il ragazzo non si buca, dicevamo in comunità, ma ha dei buchi che deve provare a colmare. Sfrogare una persona non è difficile, il problema è capire qual è il vuoto valoriale di questi ragazzi che poi provano a colmarlo dalle droghe, dall'alcol o da altri comportamenti, dal gioco d'azzardo alla violenza. Ci sono ad esempio dati allarmanti di violenze intrafamiliari da parte dei ragazzi sui genitori, violenze fisiche notevoli, mamme e papà presi a bastonate per avere 10 euro. Questo è legato ad un mondo del quale dobbiamo occuparcene ogni giorno.