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14/05/2021 06:00:00

Cup di Castelvetrano e assembramenti. Il responsabile: “Minch...te che dicono le persone"

 Ieri vi avevo parlato di come “funziona” il Centro Unico Prenotazioni dell’Ospedale di Castelvetrano (trovate qui l’articolo).

Oltre alla necessità della prenotazione on line dello sportello (prassi comune anche in altre città della provincia), avevo messo l’accento sugli assembramenti che inevitabilmente continuano a formarsi appena fuori dagli uffici.

Soprattutto mi ero soffermato sull’attesa di diversi utenti, accalcati sulla rampa disabili che porta all’entrata del Cup e sul fatto che gli utenti in uscita, pur provenendo dalla porta a fianco, fossero costretti ad attraversare il gruppo di persone che attendevano di entrare.

Si tratta di scene che si verificano da un po’ di giorni e la speranza è che parlandone magari si possa migliorare, riuscendo a garantire meglio la sicurezza delle persone. Una sicurezza che non dovrebbe cominciare soltanto una volta varcata la soglia degli uffici.

 

Il responsabile del Cup di Castelvetrano (e dirigente della Uil) Mimmo Celia, invece, sembra non aver gradito l’articolo.

Per telefono, mi fa sapere che si tratta di “minchiate che dicono le persone” e che, prima di scrivere, avrei dovuto accertarmi chiamando lui.

E siccome non l’ho fatto, allora sarei uno poco serio, reo di aver “buttato fango sull’ospedale di Castelvetrano”. E per di più, essendo castelvetranese, imperdonabile aggravante.

Secondo Celia, il mio articolo sarebbe stato frutto della segnalazione di un signore che, alla fine, avrebbe fatto intervenire anche i carabinieri.

Insomma, avrei creduto acriticamente a questo tizio, senza le opportune verifiche.

 

Peccato non sia affatto vero.

Le cose le so semplicemente perché ero lì, ero una di quelle persone in attesa.

Ma non ho assistito all’intervento dei carabinieri, diversamente ne avrei scritto. E’ probabile che siano arrivati dopo che ero già andato via.

Secondo il responsabile del Cup, inoltre, visto che la prassi della prenotazione on line dello sportello c’è anche negli altri centri della provincia, non avrei dovuto centrarmi su Castelvetrano.

C’è da chiedersi se anche negli altri ospedali si formino assembramenti su piccole rampe per disabili, dove chi è già uscito si trova una barriera di persone da attraversare.  

 

E siccome  non riesco a capire quali gravi inesattezze avrei scritto in quell’articolo, gli suggerisco di  inviare una replica alla redazione.

Ma mi dice che non può parlare, perché è un dipendente, “altrimenti ti farei vedere a te e a qualche altro…”.

Nel luglio scorso però (ne avevamo parlato qui), da dipendente, due paroline Celia le aveva pur dette quando Vincenzo Milazzo, segretario della Funzione pubblica della Cgil, aveva visitato l’ospedale nell’ambito di un  monitoraggio nella provincia di Trapani sul rispetto delle norme anti Covid. Quella volta aveva accusato il sindacalista di essere in cerca di adepti e di inventare “cose e fatti che probabilmente gli saranno stati riferiti”.

Insomma, le solite “minchiate che dicono le persone”?

 

Egidio Morici