Sulla recente condanna dell'ex senatore Antonio D'Alì, per concorso esterno in associazione mafiosa, interviene il consigliere comunale Salvatore Vassallo. Ecco la sua nota:
“Le sentenze vanno rispettate sempre, non solo quando conviene. La recente condanna del Sen. D’Alì per concorso esterno in associazione mafiosa, seppur ancora non definitiva, dovrebbe portare ad una profonda riflessione personale su quanto ancora c’è da fare per liberare i territori da quella famosa “area grigia” di cui tanto hanno parlato uomini veri, che la loro lotta alla mafia l’hanno pagata con la vita. In questi giorni si è assistiti ad un “quasi” religioso silenzio da parte della comunità politica locale, come se si volesse mantenere l’assoluto anonimato su questa triste storia, riducendola (cosa ben più grave), a detta di taluni, alla solita presunta attività persecutoria della magistratura. Non spetta al sottoscritto dare sentenze definitive sul procedimento a carico del Senatore D’Alì, ma non si può oggi non rivolgere un caloroso e forte pensiero al Prefetto Fulvio Sodano, da sempre in prima linea nella lotta a quell’area grigia che connette mafia, politica ed imprenditoria, che nel 2003 fu allontanato scandalosamente da Trapani per essere nominato Prefetto di Agrigento, nel momento in cui lo stesso toglieva dalle mani dei mafiosi la “Calcestruzzi ericina” e quando il Senatore D’Alì rivestiva la carica di sottosegretario al Ministero dell’Interno. Alla Cassazione la patata bollente della prossima saga di questa triste storia”.
Qui, invece, la nota di Articolo Uno.