di Dorotea Rizzo
È già arrivato il fatidico giorno, da venerdì 6 agosto il “Green Pass” sarà obbligatorio per usufruire di tanti servizi e attività . Dovrà essere mostrato da tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni, escluse naturalmente tutte quelle persone che hanno una idonea certificazione medica. Insomma, per partecipare a eventi sportivi e culturali, sagre, per andare in palestra, al ristorante al chiuso o al cinema occorrerà il green pass. Del resto era prevedibile, il Covid19 continua a circolare con le varianti, dovevamo aspettarcelo. La certificazione obbligatoria, però, per qualcuno non è ancora strettamente necessaria. Il gestore di una palestra a Borgetto(Pa), per esempio, ha affisso alla porta dell'ingresso un foglio in cui è scritto : “Qui non chiediamo il green pass per entrare. Ce l'hai? Bene. Non ce l'hai va bene ugualmente. Noi vogliamo fare solo il nostro lavoro che non è quello di fare i controllori.” David Daidone, è il nome del titolare della palestra, ha già detto che non darà seguito al provvedimento, non solo con questo avviso ma anche con un altro in cui è possibile leggere addirittura un brano dello scrittore Primo Levi che spiega come l’Italia entrò nella dittatura nazista. Ancora…il gestore del bar “Rosalba” a Palermo in via Ammiraglio Rizzo, si schiera contro il green pass esponendo nella vetrina un cartello ben visibile in cui è scritto: “In questo esercizio possono entrare bianchi, gialli, neri, omosessuali, marziani, animali, vaccinati e non senza nessuna distinzione. Per noi i nostri affezionati clienti sono tutti uguali. Vi aspettiamo”.
Il messaggio anche in questo caso è chiarissimo, non lascia dubbi, anche qui non verrà richiesto il green pass. A questo punto però è il caso di fare luce su alcuni punti fondamentali e spiegare perché le norme sulla certificazione, sebbene contestate, siano invece costituzionalmente ben fondate. A dire il vero basterebbe poco… un suggerimento è quello di leggere quanto detto dal professore Gustavo Zagrebelsky, ex giudice della Corte Europea dei diritti dell’uomo, in un editoriale sulla Stampa in cui spiega perché le coercizioni sulla Certificazione Verde Covid 19 siano costituzionalmente fondate e perché l’obbligatorietà sia legittima. L’obiezione che riguarda poi le libertà violate durante l’emergenza Covid 19 è un punto dolente ma facile da sfatare - basterebbe ricordare che all’origine della cultura politica delle democrazie liberali, sta ciò che si legge nella francese Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, primo atto della Rivoluzione del 1789: “La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri”-
“I diritti di libertà, ma uniti ai doveri inderogabili di solidarietà” (art.2 della Costituzione ).
Siamo liberi di fare tutto ciò che sembra consono al nostro modo di pensare o la libertà è condizionata dalle conseguenze che i nostri comportamenti determinano sugli altri? “Con la salute non si scherza” cosi ci è stato sempre insegnato, anche perché la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, non dimenticarlo è un nostro dovere.