Le bare stese al sole, sotto un tendone, a Palermo consegnano la fotografia di una città, e anche di una Sicilia, che non ha pietà nemmeno dei morti. Le denunce dei politici, in questi mesi, sono state tante, le promesse di un impegno a dare sepoltura degna ai tanti messi lì, come fossero pacchi, da oltre un anno.
I vivi raccontano chi siamo, i morti raccontano chi siamo diventati.
Ed è emergenza sanitaria, da quelle bare, sotto il sole rovente, percola del liquido, che sono quelli prodotti da un corpo che va in decomposizione.
L’emergenza diventa ferita grave per tutti quei familiari che possono solo mettere un fiore in una bottiglia di plastica, non c’è una lapide su cui piangere o rassegnarsi. I morti accatastati, come cumuli di “munnizza”, senza pietà alcuna. Nessuno che pulisce i liquidi, che nel frattempo si disperdono in ambiente, che disinfetta quel luogo.
Santa Maria dei Rotoli, un cimitero dimenticato dall’amministrazione comunale, con il sindaco Leoluca Orlando che emana ordinanze senza mai risolvere il problema.
Tra quelle bare anche alcuni bambini, al dramma si unisce la tragedia.
Si muore due volte, per una politica incapace di fare il suo dovere e di morte naturale, dimenticando che dietro un lutto c’è una famiglia, ci sono persone che piangono.
Tutti sanno, tutti chiedono interventi forti ed immediati, nessuno risolve il problema.
Fare il sindaco è un mestiere difficile, per Orlando dovrebbe esserlo meno visto che di Palermo è stato sindaco così tante volte da essere considerato un tutt’uno con la città. Avrebbe potuto dare un segnale forte rimuovendo, intanto, l’assessore ai servizi cimiteriali, Toni Sala. Avrebbe dovuto volare a Roma e chiedere l’intervento immediato dell’esercito, qualunque azione sarebbe stata utile e mai sufficiente per porre rimedio a questo scempio.
Le tv nazionali ne parlano, Palermo ne esce massacrata, degna nemmeno di essere considerata una città europea, perché dietro quelle insepolture c’è il fallimento della politica di chi sta amministrando. Quei morti sono lì da oltre un anno, l’emergenza è chiamata tale perché circoscritta ad un lasso di tempo, non ci possono essere giustificazioni a questo irriverente modo di procedere.
E qualunque soluzione da adesso in poi Orlando e la sua giunta metterà in campo sarà sempre troppo tardi. Bisogna comprendere che chi fa politica deve mostrare rispetto per i cittadini, questo rispetto è doveroso anche per i morti. Sarebbero state “adeguate” le dimissioni del sindaco, che sta dimostrando tutta la sua fragilità e debolezza nel gestire una città che non lo riconosce più. Imbarazzante Orlando e imbarazzante, per la mancata presa di posizione, il partito nel quale è tornato: il PD.