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01/09/2021 06:00:00

Salemi. L'incredibile storia del Palazzetto dello Sport da sempre in attesa di riaprire

 Ha compiuto nel giugno scorso 14 anni il Palazzetto dello Sport di Salemi.


Chi ha avuto la possibilità di varcare l’ingesso di quel parallelepipedo dal colore verdastro che domina la via Euripide può ritenersi fortunato.


Pochi possono vantare il privilegio di averlo visto dall’interno. Per oltre la metà della sua esistenza e’ rimasto chiuso agli atleti e al pubblico.

Un infausto destino quello riservato a gran parte dei Palazzetti disseminati nella nostra distratta Trinacria. E quello di Salemi non fa eccezione.

Sembra essere diventato la spina nel fianco dell’attuale assessore ai lavori pubblici. Un vero tormento per Calogero Angelo. Che già nell’ottobre del 2019 dichiarava ad un quotidiano: “Stiamo procedendo con tutte le verifiche del caso. E’stato effettuato un sopralluogo dai tecnici del Comune, al termine del quale sarebbe emersa la possibilità di rendere nuovamente funzionale la struttura nei prossimi due mesi, comunque entro la fine dell'anno” Una previsione destinata a rivelarsi deludente. Succede quando un politico si fida ciecamente dei tecnici? Cosa che non accadde quattro anni prima a Domenico Venuti, quando eletto la prima volta, profeticamente dichiarò che la “vicenda legata a infiltrazioni piovane non e’ di facile soluzione”.


A questo punto conviene fare un lungo passo indietro.
Ritornando al giorno in cui la struttura venne inaugurata in, un caldo pomeriggio del 16 giugno di 2007, dal sindaco dell’epoca Biagio Mastrantoni, dopo una gestazione durata oltre un decennio.

Il progetto venne concepito ben 13 anni prima. Nell’anno di grazia del 1991, quando il sindaco era il dottore Fortunato Bivona e il suo vice Alberto Scuderi.
Tutto rimasto però platonicamente nel mondo delle idee.
Venne “ibernato” in una stanza dell’Ufficio Tecnico, sulla cui porta faceva bella mostra di sé un cartellino con la bislacca dicitura: “Progetti Abortiti” (sic).
Fu riesumato molti anni dopo dall’assessore con delega ai lavori pubblici Francesco La Grassa della giunta di Gino Crimi. Non a caso entrambi presenti, in giacca e cravatta, nel giorno della inaugurazione, presenti, come si dice in questi casi, autorità civili, religiose e militari.
Presenti anche numerosi presidenti di organizzazioni sportive istituzionali dall'AIAC, al Coni e alla Fipav, si disputarono incontri di calcio, volley femminile, baket maschile.


Una struttura di ultima generazione da non temere confronti con i due grossi impianti sportivi del trapanese, quali il Palailio di Trapani e il San Carlo di Marsala.
Molte società sportive, tra cui il “Trampolino elastico”, richiesero l’utilizzo dell’impianto per l'organizzare eventi a carattere regionale e nazionale.
Ma la magnifica struttura era segnata da un triste destino. Fu utilizzata fino all’autunno del 2013.


Già nel mese di aprile dello stesso anno cominciarono le prime avvisaglie: l'acqua piovana cominciò a manifestarsi in vari punti della tettoia. Si sarebbe dovuto intervenire immediatamente. Invece solo chiacchiere e distintivo. Alle porte dell'inverno l'ufficio tecnico comunale chiude la struttura per inagibilità.
Seguono da quel momento alcuni interventi tecnici, tutti rivelatisi un fallimento.
In un epoca di alta tecnologia non si riesce a trovare una soluzione definitiva.


Esiste una società di pallavolo che e’arrivata a disputare negli anni '90 campionati di serie D e serie C regionali.  Prima dell'inizio del covid disputava campionati provinciali maschili e femminili e  giovanili fipav.

Quella del basket ha iniziato nel 1994 ottenendo grandi successi disputando campionati regionali di serie C e sfiorando per diversi anni consecutivi la promozione in C1. La società prima del lockdown partecipava al campionato di prima divisione maschile FiP e ai campionati giovanili under nonché un Cas (centro avviameto sportivo) per i più piccoli.

Le due società di volley e di basket non possono programmare il prossimo anno sportivo 2021/22, che solitamente inizia ad ottobre/novembre, in quanto non avendo alcuna certezza dell'impianto di gioco non hanno modo di iscrivere le squadre ai campionati perché le federazioni già a settembre vogliono le affiliazioni e sapere qual e’il campo da omologare.
Da oggi non e’ più possibile ricorrere a certe soluzioni alla “salemitana” come e’ avvenuto. Quindi in mancanza di strutture omologate per disputare le partite casalinghe, tutto rimane nella più oscura incertezza.
Ma guai a chiedere una dichiarazione ufficiale ai loro responsabili ufficiali. Nessuno parla!
A Salemi funziona ancora cosi: con il sussurro e il borbottio. Una antica tradizione dura a morire.


Rimane la triste considerazione nel constatare che una struttura come quella di cui stiamo parlando, molte società della provincia se la sognano e forse la invidiano, mentre la sua incomprensibile chiusura che dura da otto, lascia completamente indifferente l’opinione pubblica salemitana.

 


Franco Ciro Lo Re