Il 4 e 5 ottobre del 2020 Marsala rinnovava il consiglio comunale e la carica di Primo Cittadino.
Il lunedì sera Massimo Grillo diventava sindaco della città sconfiggendo l’uscente Alberto Di Girolamo, una vittoria schiacciante e anche a mani basse, le liste di Grillo erano nove e composte da incassatori di consenso. La politica regionale di centrodestra era tutta schierata con Grillo.
Un anno in cui, dice il sindaco, non è possibile fare un bilancio perché il tempo è poco, mai cittadini raccontano altro. E la voce del popolo va ascoltata.
In consiglio comunale arrivarono nuovi volti, tanti giovani, una maggioranza blindata e solo tre consiglieri di opposizione.
Che anno è stato questo di amministrazione Grillo? Le aspettative erano alte, perché durante la campagna elettorale il programma sembrava di totale stravolgimento della città.
Molta politica e poca amministrazione, tante chiacchiere e pochissimi fatti.
Tante inefficienze ma molte responsabilità gettate in capo alla giunta precedente, eppure chi decide di amministrare lo fa sapendo che prima c’erano altri e dunque bisogna essere pronti a fronteggiare.
Dopo un anno i cittadini non sono contenti, molte cose continuano a rappresentare criticità: dalla spazzatura per strada alla mancata sicurezza, dalla mancanza di decoro alla mancanza di un piano di viabilità. Non si sente più parlare di smart city, di avvio delle politiche di genere. Nulla.
Ma queste sono alcune delle tante cose che ancora oggi rimangono disattese.
Del pasticcio dell’ospedale ancora non si sa nulla, ognuno farnetica la sua versione e la verità è altrove, così come ancora oggi chi era presente alla posa della prima pietra del famoso padiglione si chiede chi abbia chiamato la stampa, pare che sarebbe dovuto essere un semplice sopralluogo, se lo chiedono soprattutto dall’assessorato alla Salute. C’era chi voleva fare lo scoop e invece è rimasto vittima di un padiglione che a malapena sarà una diramazione del Pronto Soccorso.
Nomine ed eventi, questo il bilancio del primo anno. Le prime sono così tante che si fa fatica a ricordarle, la governance ha perso qualche pezzo ma in ogni caso è completamente sonnacchiosa. Non pervenuta. La giunta young ci prova a dare il suo contributo ma alla fine è un laboratorio a cui il sindaco attinge senza onore e senza gloria.
Gli eventi sono stati affidati ai soliti nomi che hanno speso la mediocrità e riempito il buco di una cultura che, invece, prevede un piano di rilancio di alto livello. Ma ognuno impasta con la farina che ha.
E gli assessori? Non sono poi così tranquilli, cercano di fare buon viso a cattivo gioco, reclamano uno spazio che dovrebbe essergli proprio e che invece viene sempre perimetrato dal sindaco.
Tiene la maggioranza in consiglio? Apparentemente si, nei fatti i malumori sono tantissimi, da Andrea Marino a Rosanna Genna, da Gabriele Di Pietra allo stesso Enzo Sturiano. Equilibri che potrebbero saltare da un momento all’altro, e se a mettersi di traverso sarà il presidente del consiglio, che la macchina amministrativa la conosce meglio dei dirigenti, allora Grillo avrà serie difficoltà nei prossimi anni.
La domanda che in molti si fanno è: c’è una idea di città? Perché dopo un anno ancora non lo ha compreso nessuno a parte sapere che abbiamo un sindaco social, perennemente connesso non per conoscere cosa i cittadini lamentano, ponendovi rimedio, ma per vedere cosa si scrive su di lui, all’occorrenza fare un ottimo screenshot e farlo veicolare.
E dopo le passerelle degli Stati Generali dell’Export la prima ricaduta c’è stata: Lorenzo Zurino Jr è stato chiamato dal Ministro degli Esteri Luigi di Maio alla Farnesina per costituire un gruppo di lavoro che si occuperà della formazione e professionalizzazione della figura dell’Export Manager. L’ufficio collocamento ha funzionato.
Rossana Titone