“Penso che ci siano dei margini di crescita che vedremo gradualmente realizzarsi nelle prossime settimane. Pian piano tante persone capiranno che questa è una pandemia destinata a durare ancora mesi a livello internazionale, se non anni. Si capirà che non è questo il momento di concedersi un calo di attenzione e che non si può resistere semplicemente facendosi un tampone ogni due giorni”. Lo ha riferito al “Corriere della Sera” Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, a poche ore dall’introduzione dell'obbligo del Green pass in tutti i luoghi di lavoro, in vigore dal 15 ottobre.
Dunque, secondo il professore di Igiene e Medicina preventiva alla Cattolica, l'applicazione del Green pass potrebbe spingere coloro che fino ad oggi hanno esitato, a vaccinarsi: “Magari non ci sarà un nuovo boom di prime dosi, ma una crescita lenta e continua. Le persone si renderanno conto che sottoporsi continuamente ai tamponi è logorante, anche fisicamente. Lo hanno constatato quest'estate gli stessi calciatori degli Europei. Se si vuole lavorare, viaggiare, andare al teatro o al cinema la soluzione migliore è vaccinarsi”, ha ribadito Ricciardi. Si tratta, ha proseguito, di “una delle somministrazioni più sicure della storia della medicina e i fatti lo dimostrano. Chiunque non sia contrario per motivi ideologici finirà per capire”, ha sottolineato.
In base alle “esperienze del passato”, ha poi proseguito l’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, “le pandemie sono fenomeni lunghi e proporzionali alla volontà di lottare per contrastarli. Se una parte della popolazione non consente di ridurre il virus ai minimi termini, questo rischia di rivelarsi un percorso ancora lungo”. Per questo motivo, “se il Green pass sarà esteso anche al 2022”, lo deciderà il Governo, ha confermato Ricciardi. Ma, in qualità di medico, l’esperto ha spiegato che “il contrasto alla pandemia richiede una grande persistenza delle strategie che si sono dimostrate efficaci. Non è il momento di abbassare la guardia o di parlare di situazione postpandemica: non ci siamo ancora”. Continuando con questo ritmo, secondo l’esperto, “tutta l'umanità sarà vaccinata solo nel 2024” e “il rischio di nuove varianti che mettano in crisi le coperture vaccinali esistenti non può essere escluso”. Un esempio è rappresentato dalla nascita, in India, della variante Delta. “Con il 20% della popolazione coperta dalle dosi, il governo ha dichiarato finita la pandemia e così ha incoraggiato comportamenti scriteriati, che hanno provocato migliaia di morti. Ancora oggi quattro miliardi di persone nel mondo non sono vaccinate, mentre 3,4 miliardi lo sono”, ha commentato ancora.
Un dato da tenere in considerazione, ha detto in conclusione, è che occorre “entrare nell'ottica che non riusciremo, nei Paesi avanzati, a produrre in tempi abbastanza rapidi vaccini sufficienti anche per i Paesi in via di sviluppo” Perciò, serve “una sospensione temporanea dei brevetti, il via libera al trasferimento tecnologico e l'avvio della produzione dei vaccini nei Paesi emergenti che ne sono capaci. Con il presidente Joe Biden gli Stati Uniti per la prima volta si sono pronunciati a favore della sospensione dei brevetti: è un'occasione da cogliere al volo”. Differente, secondo Ricciardi, la posizione dell’Europa. “Trovo invece che sia un atteggiamento sconcertante l’opposizione dell’Unione Europea. I brevetti sono in mano ad aziende private, che comprensibilmente non vogliono condividere le loro esclusive commerciali. Ma la stragrande maggioranza dei governi al mondo è d'accordo. Noi in Europa invece continuiamo a illuderci che vaccinando noi stessi, e solo noi, usciremo dalla pandemia”, ha sottolineato. “Il vaccino è un'arma straordinaria, che ci consente di resistere. Ma per sconfiggere un nemico formidabile come il Covid occorre fare tutto il possibile per vaccinare l'intera popolazione mondiale”, ha spiegato ancora.