Sono passati più di vent’anni da quando Totò Cuffaro contrattava i prezziari dei rimborsi regionali della Sanità, a favore dei privati, all’interno di una merceria, ma nulla o quasi è cambiato: l’assalto alla ‘diligenza’ – che vale quasi 10 miliardi di euro l’anno – continua senza grandi scossoni. Ricordiamo ai nostri lettori che la Sanità in Sicilia, da sola rappresenta quasi il 50% del bilancio regionale.
LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA ALL’ARS – È un quadro foschissimo quello che è emerso mercoledì pomeriggio durante la presentazione alla stampa, tenuta all’Assemblea regionale siciliana, del report specifico sulla sanità nell’Isola. Nelle oltre 130 pagine che compongono la relazione c’è un po’ di tutto: ‘il capo condomino’, come si auto definisce in un’intercettazione telefonica, Antonino Candela (già manager dell’Asp 6 di Palermo e poi Coordinatore regionale all’emergenza Covid), ed ‘il condominio’, purtroppo, è la sanità siciliana; il Rup (Responsabile Unico del Procedimento) Fabio Damiani che, allo stesso tempo, ricopriva l’incarico di responsabile della Centrale Unica di Committenza regionale (organismo che centralizza le gare d’appalto per gli acquisti milionari delle Asp siciliane); i manager delle Aziende sanitarie provinciali stesse che – in barba al principio della selezione dei migliori e più competenti – vengono piazzati dai loro referenti politici. Padrini di destra e di sinistra, di governo e di opposizione, ci sono tutti quando c’è da sponsorizzare il proprio ‘cavallo’, tant’è che la relazione intitolata: “inchiesta sulla sanità siciliana – le interferenze della politica e gli aspetti corruttivi” è stata votata ed approvata all’unanimità.
IL PRESIDENTE FAVA – Durante l’incontro con i giornalisti, il presidente della Commissione Ars Antimafia, Claudio Fava, ha snocciolato alcuni passaggi oggetto del loro lavoro, durato quasi un anno. Per “il caso Candela” Fava ha sottolineato “i fallimenti della via giudiziaria”; riguardo al Covid ha sottolineato come la spesa sia stata influenzata al conferimento di appalti e incarichi personali; il capitolo ‘sanità privata’ ad esempio, come nel caso della convenzione col colosso ‘Humanitas’: dallo studio su di esso “sono emersi – ricorda Fava – costi altissimi ed assunzioni torbide”.
LA FUFFA DELL’ANTICORRUZIONE – Come se non bastasse, gli strumenti legislativi – che dovrebbero quantomeno calmierare gli appetiti degli squali predatori – nella sanità siciliana non funzionano. Lo dice chiaramente nel suo intervento, Roberta Schillaci, componente della Commissione: “L’attività dell’anticorruzione in Sicilia mette in campo una prevenzione irrisoria, è un mero appesantimento burocratico che produce documenti su documenti’, prova ne è anche il mancato ricorso all’uso del ‘whistlebowler’ (segnalatore anonimo, letteralmente ‘soffiatore nel fischietto’ n. d. a.). Il fatto poi – conclude Schillaci – che i presidenti delle commissioni aggiudicatrici siano a titolo gratuito” non giova alle procedure d’appalto, che spesso si inceppano anche perché il ruolo non è considerato professionalmente molto appetibile, e in tale direzione ci vuole “un intervento per una modifica normativa”.
TUTTI SANNO, TUTTI TACCIONO! – “I dirigenti sapevano ma non sono intervenuti”. È lapidaria Luisa Lantieri Annunziata, vicepresidente della Commissione antimafia all’Ars. “Ad intercettare la molestia e l’avidità di certi comportamenti – si legge in un passaggio della relazione, dedicato proprio a tale tematica – è intervenuta (quando ha saputo, quando ha voluto) la magistratura. Raramente la politica. Poche le denunce, pochissimi gli interventi in autotutela. È il dato più significativo che ci consegnano questi undici mesi di lavoro: un peccato di ignavia, nel più benevolo dei casi; più spesso, una somma di interessati silenzi che hanno messo la nostra sanità nelle condizioni di essere costantemente contesa, occupata, maltrattata. E chi ha avuto cuore e libertà per denunciare, come ricostruisce questa relazione, spesso ne ha pagato un prezzo alto in termini di carriera e di isolamento”. Una “rassegnata ignavia” l’ha definita Fava, durante la conferenza stampa, della quale i siciliani tutti devono iniziare a sbarazzarsi.
Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo