“Scrivere romanzi significa prendersi cura degli altri. Se io ci tengo veramente a te, se voglio avere una relazione con te, ti racconto storie”, così scriveva Jonathan Safran Foer.
Ma oggi, questo concetto è ancora valido?
Ne abbiamo parlato insieme alla scrittrice Ilaria Trupia: siciliana d’origine, romana d’adozione, Ilaria è l’autrice della seguitissima pagina Instagram “Pills on my Skin”.
Diplomata al liceo scientifico, ha conseguito una laurea in Economia con specializzazione in Management. Oggi dice di essere “una commercialista pentita”: la scrittura è sempre rimasta per lei un porto sicuro, “un’àncora di salvezza”.
Un amore necessario la lega infatti alla parola scritta, amore che si riversa ogni giorno tra le righe dei suoi post, sui suoi amati quaderni e, da pochissimo, anche nel suo primissimo romanzo, “Dentro di me”.
Ilaria, da dove nasce la sua passione per la scrittura?
Non ricordo di preciso quando, avrò avuto sette, otto anni, ma ho ben in mente un’immagine di me alle elementari: me ne andavo costantemente in giro con un quaderno pieno di poesie scritte da me.
Non ho memoria delle poesie, e chissà che fine ha fatto quel quaderno, ma ricordo come fosse ieri il giorno in cui la mia maestra mi chiese di poter leggere quei testi: quanto ne ero fiera! Sono sopravvissuta all’adolescenza impugnando una penna e affidando le mie confidenze ad un numero considerevole di diari segreti: crescendo la scrittura è diventata per me rifugio, porto sicuro. Un modo per fare ordine nel caos che avevo dentro e soprattutto per sfogare la mia creatività.
Oggi ho capito che attraverso le parole posso essere chiunque io voglia, arrivare in qualsiasi luogo io desideri, creare con la penna – o coi tasti di un pc – mondi nuovi e meravigliosi.
Quanto di autobiografico c'è in quello che scrive?
Mi piace dire che le emozioni di cui parlo sono tutte vere.
C’è sempre qualcosa di autobiografico, le esperienze che vivo sulla mia pelle sono la più grande fonte d’ispirazione e riflessione.
Nonostante questo, ho sempre avuto una grande immaginazione e quando scrivo mi piace lasciarla libera di vagare, di portarmi ovunque lei voglia.
Quanto è legata alla sua terra d’origine?
Tantissimo: la Sicilia mi manca ogni giorno. La mia famiglia era di Castellammare del Golfo, poi si è divisa tra Calatafimi e l’Isola Delle Femmine. Ogni volta che torno a trovarli, ogni volta che torno a sentire il profumo della zagara e della ginestra, il vento di Tramontana tra i capelli, la salsedine che si attacca alla pelle, ecco: sento di essere finalmente a casa.
La sua pagina Instagram, "Pills on my Skin", ad oggi conta più di ventiseimila follower: ci parli di com’è nata
Pills è nata un po’ per gioco, un po’ per necessità: avevo bisogno di trovare un luogo “neutro” dove sfogare la mia creatività, in cui espormi e poter essere me stessa. È stato più facile facendolo nel più totale anonimato.
Oltre all’ironia, ho trovato il coraggio di condividere anche testi e pensieri particolarmente intimi.
Ho messo le mie esperienze e le mie emozioni a disposizione di chiunque ne avesse bisogno.
La pagina è cresciuta velocemente e mi sono ritrovata a gestire una vera e propria community in cui si parla di amore, di relazioni, di sesso e di auto-consapevolezza.
Pensa che la sua pagina possa esser utile alle giovani donne? Perché?
Sì. La frase che mi viene ripetuta più spesso nei messaggi privati è: “questa pagina mi fa sentire meno sola”.
Tante donne si sentono sbagliate, fuori tempo o bloccate.
Pills è diventata un luogo sicuro in cui sfogarsi, confrontarsi, condividere paure ed emozioni.
Le persone si sentono libere di aprirsi perché sanno che nella mia pagina non troveranno giudizi, ma consigli ed esperienze condivise.
In particolare ci sono molte donne che, rivedendosi nelle parole di altre donne, si sentono capite, meno sole. Il racconto di una relazione tossica può diventare il campanello di allarme per qualcuna che ancora la sta vivendo.
L’affrontare argomenti più intimi può aiutare a normalizzare la sessualità e a rompere qualche taboo.
E poi su Pills si ride anche un sacco: l’ironia è sempre stata la mia àncora di salvezza.
Ci parli del suo romanzo d'esordio, "Dentro di me": di cosa si tratta?
Ho sempre sognato di pubblicare un libro, ma quando la NewBook Edizioni mi ha contattato ancora non sapevo quale storia avrei raccontato.
Avevo da poco pubblicato un breve racconto erotico a cui non pensavo di dar seguito, ma al contempo sentivo che i personaggi avevano ancora tanto da dire.
Così quel racconto è diventato il prologo di “Dentro di me”, che però non è un romanzo erotico.
Il sesso è presente nel libro come elemento naturale e funzionale alla storia: un amore intenso e passionale tra una ragazza alla ricerca di se stessa e un carismatico scrittore Italo americano, vissuto per le strade della città “che non dorme mai”, New York.
Il libro vuole affrontare temi come la realizzazione personale, il prendere in mano la propria vita senza farsi influenzare dai giudizi altrui, e sottolinea quanto sia fondamentale prendere consapevolezza di se stessi per poter essere in grado di vivere un amore in modo pieno e sano.
Nei suoi scritti, si è mai ispirata a qualche artista in particolare?
No, non a qualcuno in particolar modo almeno: l’ispirazione giunge spontanea e improvvisa, che sia da una lettura, da un film o da un’opera d’arte. O da un tramonto in riva al mare, perché no.
Ovviamente ammiro tantissimo le scrittrici, una tra tutte J.K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, che con la sua penna e la sua immensa immaginazione ha fatto sognare milioni di persone, compresa me.
Inoltre ho sempre amato Jane Austen, Persuasione è uno dei miei libri preferiti.
Per concludere, ci parli dei suoi progetti futuri
Sicuramente intendo continuare a scrivere: sulla mia pagina Instagram, certo, ma potrei anche dare un seguito al mio romanzo, chissà. In futuro mi piacerebbe anche realizzare un libro per bambini/ragazzi, ho già una storia nel cassetto.
Non voglio più abbandonare la scrittura, anzi spero che diventi ogni giorno di più parte predominante della mia vita.
Vorrei poter rispondere alla domanda “cosa fai per vivere?” con un bel “scrivo”.
Il mio sogno nel cassetto? Vorrei che un giorno uno dei miei romanzi diventasse un film o una serie tv.
Martina Bruno