I sindaci di Trapani, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta e Agrigento dicono “No alla super Camera di commercio” perchè, a loro dire, “rappresenta un conglomerato che nulla aggiunge alla necessità di fornire un supporto alle imprese presenti nei nostri territori”. Per i primi cittadini “unire le realtà territoriali di Ragusa e Siracusa con Caltanissetta, Agrigento e Trapani determinerebbe uno scompenso operativo destinato a creare danni alle attività produttive quando, invece, in questo momento, il nostro unico pensiero dovrebbe essere quello di sostenere le economie locali”.
E’ quanto affermano, in una nota congiunta, i sindaci dei territori interessati, vale a dire Peppe Cassì per Ragusa, Francesco Italia per Siracusa, Roberto Gambino per Caltanissetta, Francesco Micciché per Agrigento e Giacomo Tranchida per Trapani. “Magari l’intento – sottolineano i cinque primi cittadini – sarà stato assolutamente lodevole ma quello che è ne è venuto fuori è un mostro giuridico, oltre che operativo, che renderà impossibile la vita delle nostre imprese. Il sistema camerale siciliano si ritrova inerme, a subire una decisione adottata esclusivamente dalla politica, calata dall’alto senza alcun tipo di confronto con le imprese dei territori e le associazioni di categoria che le rappresentano. Mentre in precedenza l’aggregazione tra le Camere di Commercio era un atto voluto dalle forze economiche e produttive, adesso si trovano a prendere atto di un percorso delineato da soggetti terzi. Inutile rammentare quanto questa decisione di aggregare territori tra loro molto lontani sia senza fondamento, anche solo per la mancanza di infrastrutture adeguate che permettano di integrare diverse aree geografiche”.
Chiediamo, dunque, - prosegue la nota - alla politica nazionale che ha creato questo groviglio inestricabile di non dare seguito all’emendamento 28.1 “al D.L. 152 attuazione PNRR”, presentato dall’Onorevole Prestigiacomo (FI), e di procedere lungo l’unica strada che, al momento, appare possibile, quella, cioè, del “ritorno al passato” ripristinando quindi gli accorpamenti tra Catania – Ragusa e Siracusa da un lato e Agrigento – Caltanissetta e Trapani dall’altro”. Sulla vicenda sono intervenuti Casartigiani, Confcooperative, Confederazione delle associazioni artigiane, Confartigianato e Cna con una nota. Ecco il contenuto: “Si individuino le strategie per far si che le Camere di Commercio diventino punto di riferimento, per il rilancio della nostra economia e il superamento del divario tra i diversi territori. La riforma varata questa estate può essere davvero l’occasione per rispondere alle specificità territoriali stabilendo modelli statutari che, anche dentro una aggregazione di Camere di più territori, dia una effettiva autonomia e operatività ai singoli territori. E sotto questo aspetto auspichiamo il confronto anche con i sindaci di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento, Trapani ed Enna, i quali sono intervenuti sostenendo di parlare a nome delle imprese senza tuttavia averci mai ascoltati. Ci piacerebbe incontrarli al più presto per dire loro, e possiamo certamente parlare a nome delle imprese che rappresentiamo, che il sistema camerale, così com’è stato finora, non ha risposto alle esigenze del sistema imprenditoriale. E che questa attuale proposta, poi vedremo se sarà giusta o sbagliata, nasce come risposta ad una reale esigenza delle imprese e dei territori. Adesso quindi il punto non è, lo diciamo ancora una volta, alzare muri, creare barricate, contrapporre punti di vista, il punto è, e lo auspichiamo davvero, applicare le decisioni del Parlamento in maniera celere ed efficace pensando alle autonomie locali in maniera reale a differenza di quanto è accaduto finora con le aggregazioni effettuate, le quali hanno creato evidenti lacerazioni difficilmente sanabili”.