Con una velocità senza precedenti la variante Omicron "sta sostituendo Delta". E "sebbene sembri causare malattie molto meno gravi rispetto a Delta, stiamo ancora assistendo a un rapido aumento dei ricoveri, a causa dell'ampio numero di contagi". E' il quadro tracciato da Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa. A questo si aggiunge il carico" che deriva dalla precedente variante "Delta, che non è stato del tutto superato, e anche l'elevato numero di ricoveri incidentali. Fortunatamente, i ricoveri con Omicron finiscono molto meno frequentemente con la terapia intensiva. Come previsto, la maggior parte delle persone che necessitano di cure intensive in tutta la regione europea non sono vaccinate".
E' tempo di bilanci, a due anni dall'inizio della pandemia. E Kluge, in una dichiarazione diffusa oggi, da un lato ha spiegato che "dovremmo essere orgogliosi di quanto siamo arrivati ​​lontano, e di quanto abbiamo saputo adattare e imparare in questa crisi che capita una volta in una generazione". Ma dall'altro lato, il direttore di Oms Europa ha voluto ricordare anche "che tutto ciò non è avvenuto senza un inaccettabile costo umano: ogni singola ora dall'inizio della pandemia, 99 persone nella regione europea hanno perso la vita a causa di Covid-19. Piangiamo gli oltre 1,7 milioni di persone che non sono più con noi".
E poi ci sono i danni 'non sanitari' della pandemia: "I guadagni" che erano stati ottenuti "nella riduzione della povertà sono stati invertiti - ha osservato Kluge - con oltre 4 milioni di persone nella regione ora spinte sotto la soglia di povertà", cioè a vivere con meno dell'equivalente di 5,50 dollari. A pagare uno dei prezzi più alti sul fronte sociale sono stati sicuramente i più piccoli, ha evidenziato: "L'educazione e il benessere mentale dei bambini hanno sofferto immensamente" di questa pandemia.
E "sebbene Omicron offra una speranza plausibile per la stabilizzazione e la normalizzazione, il nostro lavoro non è finito", avverte. I vaccini anti-Covid (oltre 1,4 miliardi le dosi somministrate solo nella regione europea, ha ribadito Kluge) sono stati "una delle più grandi conquiste scientifiche degli ultimi decenni". Ma "permangono enormi disparità nell'accesso. Il 2022 deve essere l'anno dell'equità del vaccino nella regione europea e oltre. Troppe persone che ne hanno bisogno rimangono non vaccinate. E questo sta contribuendo a sostenere la trasmissione" del virus, "prolungando la pandemia e aumentando la probabilità di nuove varianti".