Le parole di Sergio Mattarella, pronunciate nella Sala del Bronzino, a rielezione evocano un senso del dovere enorme nei confronti di un Paese che non ha avuto leader politici in grado di confrontarsi e scegliere, in maniera unitaria, un nuovo Presidente della Repubblica.
Un sacrificio per il bene delle Istituzioni, sarà questo il settennato che aspetta Mattarella, vero servitore dello Stato, baluardo della Democrazia.
Mortificate le Camere, i leader politici hanno giocato una partita pessima e sono stati vinti, la debacle della politica è stata servita, ne esce sconfitto più di altri Matteo Salvini, avrebbe potuto dare le carte, dettare le condizioni, essere decisivo e invece ha ridotto la sua capacità di leadership, ha rafforzato Giorgia Meloni che mette in discussione la tenuta di tutto il centrodestra.
Il voto per il Capo dello Stato è diventato un triste spettacolo, anche dietro le quinte della politica. E se il centrodestra dovrà fare i conti con una coalizione che non c’è più il Pd dovrà rivedere l’asse con il M5S, al loro interno i dem hanno più correnti che tesserati, da una parte Enrico Letta che spingeva per la Belloni e poi per un Mattarella bis e dall’altra Dario Franceschini per un Sabino Cassette Presidente della Repubblica, fu proprio Franceschini a chiedere a Salvini di sondare la disponibilità di Cassese.
Il capo della Lega resta da solo: ne prende le distanze Forza Italia, la Meloni va per la sua strada.
Indegno lo scenario che per giorni ha visto utilizzare in modo becero il nome delle donne, gettate nell’agone politico, mentre a trattare sui quei nomi erano sempre i leader politici uomini. Sciocco che la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, abbia deciso di mettere a rischio la sua figura e quella dell’Istituzione che rappresenta, Giuseppe Conte e Salvini hanno bruciato anche il nome di Elisabetta Belloni. Adesso c’è la resa dei conti all’interno del Movimento Cinque Stelle, lo ha annunciato il Ministro Luigi Di Maio, che ha imparato a parlare e a muoversi da politico vero.
A sbloccare la situzione drammatica un Silvio Berlusconi che nessuno vuole ma che tutti cercano quando è il momento di uscire dalla baraonda, dal suo letto di ospedale al San Raffaele è stato raggiunto telefonicamente da Enrico Letta e da Pier Ferdinando Casini, il nome su cui convergere era quello di Mattarella, Berlusconi ha dato il via libera agli azzurri dopo avere chiamato proprio il Capo dello Stato.
È Berlusconi il kingmaker di questa partita.
E’ suonato il big bang per la politica e un assestamento ci potrebbe essere anche per il governo presieduto da Mario Draghi, una messa a punto come ha dichiarato il Ministro Giancarlo Giorgetti.
Per il resto è stato tutto un disastro o la fiera dell’ inconcludenza.