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24/02/2022 06:00:00

Mai visti prezzi così alti. In Sicilia i rincari mettono in ginocchio imprese e famiglie

Turni ridotti. Staccare, quando possibile le macchine. Rimodulare la produzione, cambiare sistema di illuminazione.

Le piccole imprese, gli artigiani, i negozi siciliani e della provincia di Trapani, stanno cercando di far fronte ai consistenti rincari. Energia elettrica, gas, carburanti, e di conseguenza materie prime che fanno alzare tutti i costi fino al consumatore finale.


Mentre gli autotrasportatori protestano in Sicilia per il caro carburanti, le famiglie spengono tv e lavastoviglie. Mentre le imprese riducono i turni di lavoro, panifici, pasticcerie, bar, fanno i conti con materie prime sempre più costose.
Rincari mai visti negli ultimi 20 anni, spiegano tutti gli analisti e le associazioni di categoria.


Sicilia tra le prime regioni per rincari
L’isola è la terza regione italiana per aumento del costo della vita, secondo quanto stimato dall’Istat che proprio in questi giorni ha diffuso il report sui prezzi al consumo. In media rispetto ad un anno fa i prezzi sono aumentati del 5,5% in Sicilia nel mese di gennaio, contro una media italiana del 4,8%. Ma scorporando i dati è quella dell’energia elettrica la voce che registra un aumento più consistente: +63,1% in Sicilia. Il costo del gas, aumentato in un anno del 42,9%, quello dei carburanti del 19,6% a gennaio rispetto allo stesso mese del 2021. Aumenti che pesano direttamente nei settori produttivi. Tra tutti quelli che hanno continua necessità di energia elettrica e carburante, come le aziende agricole e di trasporti. A cascata aumentano quindi i vegetali del 9,1%, pane e cereali del 7,2%, pesci del 5,4%.
Non riescono più a fare il pieno i pescherecci ormeggiati nelle marinerie di Mazara e della provincia di Trapani, come nel resto della Sicilia.


Cittadini tartassati
Sono diverse le segnalazioni che arrivano alla nostra redazione di cittadini della provincia di Trapani che denunciano l’aumento vertiginoso dei prezzi, dall’energia elettrica al gas, ai generi alimentari. Un aumento che sta mettendo in serie difficoltà le famiglie. Una tra tutte, ad esempio, ci arriva da Denise, da Castelvetrano, che in un anno si è vista aumentare il costo della materia prima dell’energia elettrica in bolletta da 0.06 a 0.38.
Federconsumatori Sicilia ha chiesto al governo di varare dei provvedimenti che impediscano la sospensione delle forniture energetiche per morosità. Secondo Federconsumatori l’aumento dei costi è stimato in 1500 euro per famiglia a causa del rincaro di bollette, benzina, materie prime, alimentari, beni primari e beni di servizio. Senza considerare gli aumenti che le imprese scaricheranno sul consumatore finale.


Musumeci: «Roma si dia una mossa»
«A voi autotrasportatori abbiamo dato fin dal primo momento il sostegno del governo regionale, anche con lo stanziamento di dieci milioni di euro destinato alla categoria. Le soluzioni in questo settore, però, non possono che arrivare da Roma. Il trasporto dalle regioni meridionali è - già di per sé - estremamente penalizzante ma in Sicilia ulteriormente aggravato dalla condizione di insularità. Allo stesso tempo ho il dovere di rappresentarvi la necessità di allentare la morsa della protesta per evitare eccessivi disagi ai cittadini». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci agli autotrasportatori in agitazione alla barriera di Catania della A18.

«Ho chiesto al ministro dei Trasporti Giovannini, che ha sempre mostrato grande apertura al dialogo con le Regioni, un incontro urgente. È chiaro che - sottolinea Musumeci - se non dovessero arrivare risposte tempestive, saremo pronti ad andare a Roma insieme a una delegazione di autotrasportatori finché non saremo ricevuti».

«Ribadiamo l’urgenza di un intervento risolutivo del governo Draghi riguardo la vertenza degli autotrasportatori siciliani. La Regione rimane al loro fianco, sposando anche le istanze di tutta la filiera dei produttori e dei committenti, piegati dall’aumento dei prezzi e dai disagi dovuti ai blocchi che si stanno estendendo a tutto il Sud Italia. Abbiamo riunito la categoria a Catania per approfondirne ancora le ragioni e per formulare un ulteriore appello per una scelta di responsabilità che possa mitigare la protesta. È vitale, per tutti, non gravare di ulteriori costi i cittadini, le famiglie, le imprese. Ben venga l’ipotesi, emersa nel corso delle nostre interlocuzioni con il viceministro Teresa Bellanova, su cui confidiamo il governo dia seguito, di un aiuto economico per gli autotrasportatori da inserire nel decreto Energia. Il governo Musumeci, per altro verso, conferma i dieci milioni di contributo che verranno erogati a imprese e lavoratori autonomi, a partire da aprile, per contenere le spese di attraversamento dello Stretto di Messina». Lo ha affermato l’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti della Regione Siciliana Marco Falcone, a margine del tavolo, convocato presso il PalaRegione di Catania, con le rappresentanze degli autotrasportatori siciliani, entrati in sciopero da due giorni.

 

 

 

 

Confcommercio
Il rincaro medio del prezzo energetico in Sicilia si aggira intorno al 45% e il 95% delle aziende ritiene che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività, solo il 5% indica che non ci saranno effetti significativi. E’ quanto emerge dall’iniziativa ‘Misura la tua bolletta di Confcommercio Sicilia con 250’ interviste ad associati.
“I numeri che sono venuti fuori – afferma il presidente regionale Gianluca Manenti – fanno rabbrividire. Chi, fino a un anno fa, spendeva 100 euro per l’energia elettrica, adesso è costretto a sborsarne 145. Situazione più pesante, sulla scorta dei nostri riscontri, nella Sicilia occidentale rispetto a quella orientale. La forbice è di 2-3 punti percentuali. E’ una situazione paradossale quella che si è venuta a creare proprio quando, dopo due anni devastanti, sul piano economico, a causa della pandemia, si sperava di ricominciare a guadagnare qualcosa e a costruire le basi per una prospettiva futura”.
A livello nazionale nel primo trimestre 2022 si è registrato un aumento del 131% nelle bollette della luce per il cliente domestico e del 94% in quelle del gas rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo i dati riportati al Senato da l’Arera; l’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia nel 2021, +500% per il gas e +400% per l’energia elettrica, si è riflessa sui prezzi dal secondo semestre dell’anno.

Trasporti fermi, agricoltori penalizzati
Il Consiglio Direttivo della CIA Sicilia, presieduto da Rosa Giovanna Castagna preso atto dello stato di crisi che affligge tutti i comparti dell’Agricoltura isolana a causa dell’aumento sproporzionato dei costi energetici petroliferi e delle materie prime, aggravato nelle ultime ore dallo stato di agitazione degli autotrasportatori Isolani che rischia di penalizzare ulteriormente la commercializzazione di tutte le produzioni agricole regionali, nel condividere e sostenere pienamente le iniziative politiche nazionali già in atto da parte della CIA, chiede al Comitato Esecutivo nazionale di porre particolare attenzione alla grave situazione siciliana e chieda al governo nazionale che venga affrontata e vengano messi in atto in tempi brevissimi provvedimenti significativi ed adeguati alla gravitaÌ€ dei problemi.

La crisi dei pescatori
Rincari del gasolio alle stelle e un’inflazione che corre in Sicilia (terza regione italiana per aumento dei prezzi) stanno mettendo in ginocchio le imprese dell’Isola. A soffrire sono soprattutto le aziende ittiche che hanno visto moltiplicarsi i costi in una fase in cui gli effetti della pandemia sono ancora ben presenti. Per questo è stato presentato un disegno di legge all’Ars per sostenere il settore, composto da circa 7 mila imprese.
“Il disegno di legge regionale – spiega Sergio Tancredi, deputato all’Ars di Attiva Sicilia e primo firmatario dell’iniziativa legislativa – punta a sostenere il settore con un contributo economico immediato. Non c’è tempo da perdere perché le imprese sono al collasso oggi, con i costi saliti alle stelle e dopo due anni in cui l’economia è stata fiaccata dalla crisi determinata dalla pandemia. Attendere significherebbe decretare la fine di un intero comparto che rappresenta una parte importante dell’economia siciliana, ma soprattutto dà occupazione a migliaia di lavoratori”.
“La marineria siciliana sta affrontando una crisi profonda aggravata dalle conseguenze economiche della pandemia che, con l’aumento dei prezzi delle materie prime, ha fatto lievitare anche il prezzo del carburante fino a costringere molte imbarcazioni a fermarsi. E’ Indispensabile intervenire prima che vengano bloccate totalmente le flotte di pescherecci dell’Isola. Ho chiesto alla commissione attività produttive un’immediata convocazione per analizzare la situazione e individuare soluzioni”. Lo dice Michele Catanzaro parlamentare regionale del Partito democratico.

“Non posso che fare mio l’accorato appello dei pescatori siciliani che rischiano di subire un ulteriore perdita di fatturato che potrebbe decretare la fine di un comparto che rappresenta l’ economia di base di vaste zone costiere della Sicilia. Il governo si faccia portavoce delle migliaia di famiglie che vivono di pesca - conclude - e sostenga le legittime richieste di aiuto economico”.