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12/03/2022 17:05:00

Cresce l'export siciliano, ma si temono gli effetti della guerra in Ucraina

Cresce l'export siciliano, ma si temono le ripercussioni della guerra in Ucraina. 

 Importante balzo in avanti per l'export della Sicilia che chiude il IV trimestre del 2021 con un +38,78% rispetto allo stesso periodo del 2020 con un movimento di quasi 10miliardi e mezzo di euro a fronte dei 7,5miliardi dello stesso periodo del 2020.

Un dato che colloca l’Isola al decimo posto tra le regioni italiane e al secondo posto dopo la Sardegna a livello di aumento nella variazione percentuale positiva. L’analisi di Unioncamere Sicilia indica che le esportazioni di prodotti siciliani hanno davvero messo le ali l’anno scorso, considerata anche l’emergenza sanitaria legata al Covid, scoppiata due anni fa e non ancora cessata

 

“Nonostante la pandemia, è stato un 2021 davvero molto interessante per l’esportazione dei nostri prodotti – dice Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia –. I dati ci indicano che abbiamo superato di oltre 20 punti percentuali la media italiana. E’ evidente che l’export resta fondamentale per l’economia dell’Isola, con i nostri prodotti che godono sempre di grande fiducia a livello internazionale. Non nascondo la forte preoccupazione – continua Pace – per la guerra in Ucraina che comporterà un inevitabile frenata brusca per il nostro export”.

 

Di seguito le percentuali relative ai dati riferiti ai settori merceologici: coke e prodotti raffinati 5 miliardi 886milioni 428.349 (+ 68,90%); metalli base, prodotti in metallo 306milioni 995.373 (+66,90%); sostanze e prodotti chimici 902milioni 924.205 (+14,73%); alimentari, bevande e tabacco 809milioni 664.316 (+24,50%); computer e apparecchi elettronici e ottici 652milioni 559.143 (+14,65%); articoli in gomma e materie plastiche 306milioni 262.469 (+14,91%); prodotti della pesca e dell’acquacoltura 19milioni 785.879 (+87,59%). Stabili i prodotti agricoli, animali e della caccia con 591milioni 611.158 (+1,95%). In leggera flessione apparecchi elettrici -7,62% e articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici -3,98%, in calo anche mezzi di trasporto -41,82% e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori -9,18%.

 

Guardando alle esportazioni per ciascuna provincia tutti i dati sono positivi ad eccezione di Caltanissetta -9,92% e Palermo -18,36%; Siracusa +71,18%, Enna +31,98%, Ragusa +30,85%, Catania 15,42%, Trapani +11,49%, Messina +2,82%, Agrigento +1,89%.

 

Con riferimento all’export della Sicilia per area geografica il giro d’affari maggiore resta con l’Europa con 5 miliardi 970.283.828, segue l’Africa 1miliardo 354.025.625, poi Asia orientale 1miliardo 201.006.736, America settentrionale 1miliardo 056.851.425, Medio Oriente 540.697.067, America centro-meridionale 225.434.493, Oceania e altri territori 78.087.063 e Asia centrale 35.314.865. “Siracusa resta la provincia che vanta il maggiore export soprattutto in Europa, Africa e America settentrionale, in America centromeridionale, Medio Oriente e Asia Centrale, è seconda a Catania soltanto in Asia orientale e Oceania. E’ un dato ricorrente anche nei dati passati quello su Siracusa”, spiega Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia.