"Come avevamo previsto e come temevamo, la Sicilia sarà di fatto esclusa dal bando del PNRR per il finanziamento di impianti fotovoltaici da realizzare sui tetti delle aziende agricole e zootecniche.”
Questa l’amara considerazione di Valentina Palmeri, deputata regionale di Europa Verde, che già da qualche settimana aveva lanciato l'allarme sulle modalità di assegnazione dei contributi che ammontano a un miliardo e mezzo di euro.
I beneficiari del bando denominato “Parco AgriSolare” saranno le imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale che vogliono installare pannelli solari su edifici e procedere contestualmente a lavori di efficientamento energetico.
Un argomento di grande attualità, su cui regna il silenzio più assordante, nessuno interviene perché in tutt’altre faccende affaccendato.
Ma e’ invece la deputata verde a smuovere le acque ponendo pubblicamente alcune domande scottanti (e’ proprio il caso di dirlo) al ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli, triestino pentastellato.
Che in sintesi sono:
Perché solo poco più di 500 milioni dei 1500 messi a disposizione, saranno destinati agli impianti per la produzione di energie rinnovabili?
Perché le grandi aziende, come quelle di trasformazione, potranno montare molto più del proprio fabbisogno mentre questo è proibito alla maggior parte delle aziende agricole siciliane?
Perché il ministro, mentre dice che il 40 per cento deve andare al Sud, subito si e’ affrettato a precisare che ciò che non verrà assegnato al Sud andrà al centro-nord, al punto che per fare prima si potrebbero direttamente scrivere i nomi dei vincitori.
Già, perché?
“A pensare male si fa peccato ma spesso s’indovina...” direbbe in questo caso quel tal cardinale Selvaggiani e non Andreotti come spesso si sente ripetere, sbagliando.
Ma la parlamentare alcamese non se la prende solo con il ministro giuliano.
Il suo “j’accuse” e’ piu’ ampio e non esclude il governo regionale che “come sempre brilla per totale assenza e inconsistenza politico-amministrativa, governo che, pur avendo ricevuto da mesi le linee guida, già pessime, non ha mosso un dito né ha aperto bocca, arrivando ora ad un bando persino peggiore, che taglia fuori le imprese siciliane."
Per Palmeri "l'esclusione di fatto delle piccole e medie imprese siciliane avverrà in modo subdolo e a monte, perché le stesse non avranno alcun interesse a partecipare ad un bando che è aperto solo a chi ha già pronti in cassa centinaia di migliaia, se non milioni di euro di liquidità da spendere. Non potrà infatti essere altrimenti nel momento in cui la percentuale dei contributi è irrisoria (meno del 65% dei costi reali), l'anticipazione dei fondi è opzionale e comunque bassissima (solo il 30% e a fronte di presentazione di fideiussione bancaria) e si inseriscono forti limitazioni alle aziende agricole primarie, cioè quelle che producono le materie prime per i prodotti alimentari, a tutto vantaggio di quelle che hanno linee di trasformazione, che in larga parte, si trovano nel centro-nord."
Quando si dice che il bando è mirato alle regioni del centro-nord non si sostiene una tesi campata in aria. La prova sta nella riduzione dell'obiettivo complessivo del bando.
Mentre prima, con le linee guida, si prevedeva di raggiungere una produzione di 430 megawatt, ora l’obiettivo e’ sceso a soli 375 megawatt.
Considerazioni queste che fotografano la complessità della situazione e le contraddizioni di tanti politici e opinionisti i quali, mentre si riempiono la bocca di paroloni e proclami sull'indipendenza energetica del nostro Paese, nei fatti concreti si smentiscono andando in tutt'altra direzione.
Per Valentina Palmeri non ci sono dubbi. Operando in questo modo si stanno dando la priorità alle aziende delle regioni dove minore è l'esposizione solare e di conseguenza minore sarà la produzione elettrica fotovoltaica.
Si tratta, conclude, di “una irrazionale scelta nordcentrica del Governo nazionale di cui a farne le spese saranno le imprese del sud e tutto il Paese che vedrà ridotta la produzione energetica sostenibile”
Tutto irreparabile?
Parrebbe di no. Ma a una condizione. E’ la deputata di Europa Verde Palmeri a precisarlo concludendo "siamo ancora in tempo, a condizione che Musumeci e Scilla battano un colpo, diano qualche segnale di attenzione e di presenza politica, chiedendo che il Bando venga corretto. Altrimenti non potremo che prendere atto della loro complicità in questo vero e proprio scippo a danno delle imprese siciliane e della possibilità di produrre energia in modo sostenibile nella nostra regione."
Parole al calor bianco, che, speriamo vengano smentite nell’immediato con i fatti.
Franco Ciro Lo Re