Veleni tra avvocati. Veleni scatenati dal caso dell’indagine che vede Stefano Pellegrino processato, nella qualità di deputato regionale, con l’accusa di corruzione elettorale in concorso, che adesso hanno visto condannato, in primo grado, l’avvocato Vincenzo Forti per avere espresso su Fb durissime critiche al documento con cui, nel febbraio 2019, la locale Camera penale espresse solidarietà all’esponente di Forza Italia, in precedenza presidente della stessa Camera penale, che porta il nome del nonno omonimo.
Forti dissentì da quel documento con termini che l’organismo dei penalisti marsalesi ritenne diffamatori per i suoi vertici. E per questo querelò Forti, che adesso è stato condannato dal giudice monocratico Matteo Giacalone a quattro mesi di reclusione, più spese processuali, con pena sospesa a condizione che venga pagata alla parte civile (Camera penale, all’epoca presieduta da Giacomo Frazzitta e adesso da Francesco Moceri) un risarcimento danni di 5 mila euro. Parte civile che nel processo è stata assistita dall’avvocato Celestino Cardinale.
E sulla vicenda, ieri pomeriggio, la Camera Penale di Marsala ha diffuso un comunicato nel quale si ricorda che “il processo ha preso le mosse dalla denuncia che il direttivo della Camera Penale, poi costituitosi parte civile, ha sporto nei confronti del Forti per i fatti del 15.6.2020 allorquando il professionista marsalese, tramite alcuni post sul social facebook, ha pesantemente offeso i componenti della Camera Penale rivolgendo loro intollerabili insulti”.
“A distanza di due anni – continua la nota - è arrivata la condanna del Forti a mesi quattro di reclusione ed al risarcimento dei danni in favore della Camera penale, quantificati in € 5.000,00, con pena sospesa condizionata al pagamento del predetto risarcimento entro 60 giorni, oltre alla refusione delle spese legali per la costituzione di parte civile liquidate in € 2.500. Il Direttivo della Camera Penale, nel dichiarasi soddisfatto della pronuncia giudiziale, ringrazia l’avv. Celestino Cardinale per la professionalità e l’impegno profusi nell’assistenza in giudizio ed annuncia che destinerà la somma disposta dal giudice a titolo di risarciemnto all’incremento dell’attività formativa nei confronti degli avvocati, con particolare riguardo al tema della deontologia professionale, affinchè episodi di tal genere non abbiano più a ripetersi”.
Questo, invece, è il commento dell’avvocato Vincenzo Forti: “Apprendo, con estrema serenità, della severa decisione del Tribunale atteso che certifica, ulteriormente, il mio essere uomo libero che preferisce andare incontro al proprio destino piuttosto che autocensurarsi ed uniformarsi al gregge. Mi fa sorridere il fatto che la camera penale, in pubblica udienza, dichiari, per il tramite del proprio difensore, di destinare le somme in beneficenza e poi si rimangi tutto per destinarle alla “formazione degli avvocati sui temi della deontologia”. Unire la parola beneficenza alla categoria avvocati è come parlare di astrofisica e poi portare il discorso su star treck. Secondo me la camera penale è un po’ confusa. Forse varrebbe la pena ricordare che fu la camera penale, non io, a manifestare solidarietà a un politico, Stefano Pellegrino, all’epoca dei fatti indagato per corruzione elettorale. Non mi dispiacerebbe che, ove le mie somme non dovessero essere date più in beneficenza, come inizialmente dichiarato, venissero destinate all’insegnamento di cosa sia la deontologia che, da un metapunto di vista, è onestá, anche intellettuale, e coraggio nel dire la verità, anche sapendo che si pagherà un prezzo per averla detta. Ringrazio il mio Difensore, avvocato Fabio D’Anna, per la passione con cui mi ha difeso e per la “distanza” che ha marcato con la camera penale ed il suo difensore e tutti i Colleghi che mi stanno manifestando solidarietà. Viva l’Italia …. Libera…”.