E’ ormai definitiva la condanna a tre anni di carcere inflitta ad un 48enne marsalese per maltrattamenti in famiglia, percosse e lesioni personali all’ex moglie.
La Cassazione ha, infatti, dichiarato inammissibile il ricorso della difesa dell’imputato, condannando quest’ultimo anche al pagamento delle spese processuali e a 3000 euro in favore della cassa delle ammende. In primo grado, il 2 maggio 2019, il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte aveva condannato l’uomo, oltre che alla pena detentiva (tre anni), anche al pagamento delle spese processuali, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, risarcimento dei danni morali e patrimoniali subiti dalla parte civile il cui ammontare è stato rimesso al giudice civile. A fine novembre 2020, la sentenza fu confermata dalla quarta sezione penale della Corte d’appello di Palermo. Le violenze sarebbero iniziate nel novembre 2015, quando la donna, dalla quale l’uomo ha avuto quattro figlie, decise di separarsi.
E sarebbero andate avanti fino al settembre 2016. L'uomo avrebbe più volte colpito l’ex moglie con schiaffi, pugni e calci al volto, al torace e allo stomaco. E inoltre avrebbe anche fatto incursione nella sua abitazione, aggredendola, minacciandola di morte e distruggendo mobili e suppellettili. In alcuni casi, l’avrebbe anche inseguita in auto. Nel processo, la donna e le figlie si sono costituite parte civile con l’assistenza dell’avvocato Maria Antonietta Tosto. In secondo grado, l’imputato era stato condannato anche al pagamento delle ulteriori spese processuali e a quelle sostenute dalla parte civile. In primo grado, con conferma in secondo, l'uomo è stato assolto per tre dei sei capi d’imputazione. E cioè per porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico (davanti l’abitazione dell’ex moglie), uno dei contestati casi di lesioni alla donna e mancato versamento degli alimenti alle figlie. E’ stato, invece, condannato per avere colpito l’ex moglie con schiaffi, pugni e calci (22 agosto 2016), con pugni e calci al torace e allo stomaco (4 maggio 2016) e per i continui maltrattamenti dal novembre 2015 a fine settembre 2016. Un periodo che per la donna sarebbe stato un vero inferno.