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03/08/2022 06:00:00

Pochi medici, disservizi, e tante proteste. L'estate terribile degli ospedali trapanesi

E’ un’estate molto calda per la sanità trapanese. E non poteva trovare momento peggiore il nuovo commissario dell’Asp di Trapani, Vincenzo Spera, per insediarsi e prendere il posto di Zappalà ( finito nel vortice delle polemiche dopo l'inchiesta di Tp24 sulle indagini che lo riguardano).


Gli ospedali sono in sofferenza. C’è una grave carenza di personale sanitario in tutti i reparti, in tutte le strutture ospedaliere. Certamente l’ondata di Covid 19 che sta scemando, ma continua a tenere in apprensione, ha accresciuto tutte le criticità di una sanità che rischia di collassare. Anche per quanto riguarda le emergenze. In queste settimane, infatti, molto si è parlato del pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.


Nell'area di emergenza c'è soltanto un medico in servizio per un turno di 12 ore.
Un solo “camice bianco” per coprire un turno così lungo con la conseguenza che a farne le spese sono i pazienti lasciati allo sbando.
Proprio in piena stagione estiva quando la presenza di turisti, sia italiani, sia stranieri, aumenta il bacino d'utenza dell'area di emergenza del nosocomio trapanese. La media giornaliera di accessi è di ottanta utenti che diventano, però, più numerosi soprattutto nelle giornate di caldo afoso con malori che colpiscono soprattutto le persone anziane.
Diverse le associazioni di categoria, le sigle politiche, ad intervenire sulla situazione del Sant’Antonio Abate. Ultimo il Pd di Erice, con l’assessora comunale ai Servizi Sociali di Erice Carmela Daidone che, dopo un sopralluogo, aveva scritto all’assessore regionale Ruggero Razza, al direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale Paolo Zappalà e alla dirigente sanitaria Maria Concetta Martorana invitandoli a trovare una rapida soluzione. “La situazione in questo mese, purtroppo, non è cambiata”, dichiara l’assessora. “Un solo medico per ciascun turno, anziché i tre previsti, è costretto a occuparsi di tutte le emergenze e ciò genera lunghe file ed attese. Inoltre mancano ancora le barelle, compatibili con gli ingressi degli ascensori, ciò rende difficoltose e lente le operazioni di sbarellamento dei pazienti. Una situazione grave che va risolta al più presto”. Sulla questione è intervenuta, nei giorni scorsi, anche la sindaca di Erice Daniela Toscano. Il Pd di Erice chiede così una conferenza dei sindaci.
Nel frattempo tante segnalazioni arrivano da parte di pazienti e familiari sulle cose che non vanno negli ospedali. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato la storia toccante di un’anziana alla quale per due settimane è stata negata la possibilità di ricevere la visita dei familiari, nonostante tutte le precauzioni anti-covid.



Altro caso, sempre da Trapani, riguarda il caso di un paziente che avrebbe preso il Covid in ospedale e che denuncia che gli avrebbero fatto un tampone “fantasma”.


Marsala, invece, è il Covid Hospital di riferimento della provincia, con reparti depotenziati e trasferiti da due anni. Non ancora in piena funzionalità il “Paolo Borsellino” aspetta da due anni il padiglione malattie infettive, ancora in costruzione e con ritardi enormi. Una farsa che si protrae da tempo. Nel frattempo queste sono le condizioni degli ascensori del percorso Covid all’interno del Paolo Borsellino.

 



Situazione critica anche all’Ospedale di Alcamo,
dove si soffre, anche qui, una pericolosa carenza di personale. Nei giorni scorsi il sindaco Domenico Surdi ha scritto al neo commissario dell’Asp. “L’ospedale non si tocca, da mesi se non da anni che facciamo continui appelli – afferma il sindaco Surdi -, ci facciamo portavoce di un disagio che anzitutto vivono i nostri medici che lavorano all’interno della struttura. C’è la necessità che l’ospedale di Alcamo debba essere potenziato, l’azienda sanitaria non può abbandonare questa realtà che diventa punto riferimento per l’intero comprensorio e merita delle risposte”.
In mezzo, piccole, significative storie di umanità. Come quella raccontata da una anziana a Tp24. “Non c’è solo malasanità”. Ma il peso di tutto non può stare sulle spalle di pochi responsabili medici.