La monografia su “Giuseppe Caimi” di Giovanni Teresi, pubblicata nel 2016 dalla GEDI Editoriale l’Espresso, è un testo di rilevante interesse storico per la Città di Marsala che adesso si trova catalogato alla Biblioteca della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo.
Teresi descrive l’attività didattica del maestro marsalese Giuseppe Caimi e l’interscambio epistolare svolto dai suoi alunni con le Scuole italiane dei paesi nativi di alcuni garibaldini. Nella raccolta epistolare effettuata dal Maestro, lo scenario è l’impresa dei Mille per la conquista del Regno delle Due Sicilie, avvenimento centrale del Risorgimento italiano che viene raccontato da una diversa e inedita angolazione, evidenziando anche uno spaccato della vita quotidiana di alcuni partecipanti all’impresa garibaldina, addentrandosi per la prima volta nei contenuti delle missive che spesso ci narrano gli avvenimenti in modo diverso. Nelle lettere esaminate rimangono scolpiti i sentimenti di una rivoluzione romantica nazionalista, come furono percepiti e tramandati da coloro che vi presero parte direttamente. L’attenta analisi dei contenuti epistolari ne ha comportato una rivalutazione che mette sotto i riflettori l’importanza della corrispondenza dell’epoca come fonte storica diretta.
Le lettere dei volontari e di tutti i partecipanti al Risorgimento d’Italia testimoniano, senza la mediazione culturale della politica o della storiografica, gli avvenimenti, le emozioni, le speranze e le paure di quella generazione che seppe unire l’Italia. Peccato che dopo l’Unità d’Italia molte delle speranze e delle illusioni di chi aveva combattuto per questo furono tradite.
Nel senso che lo Stato unitario, sotto i Savoia, ma in una certa misura anche dopo, decise di investire più al nord e meno al sud in infrastrutture (e questo, oggi, è sotto gli occhi di tutti se guardiamo la rete autostradale, il sistema ferroviario, etc.) e contributi per lo sviluppo industriale ed economico in genere. Solo dopo il secondo dopoguerra il Meridione ebbe il “contentino” di politiche assistenzialiste, per altro fine a se stesse. “In tema di investimenti è sufficiente leggere le varie leggi finanziarie varate dallo Stato dal 1861 in poi – dice il giornalista e storico Pino Aprile, autore del famoso testo ‘Terroni’ – Si tratta di numeri e sui numeri c’è poco da discutere. E’ evidente lo squilibrio dei finanziamenti in favore del nord. Senza, poi, contare le feroci e sanguinose repressioni, almeno fino al 1870, dell’esercito sabaudo contro chi, al sud, ancora si opponeva a quell’invasione del Regno delle Due Sicilie”.