Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/08/2022 06:00:00

Sicurezza a Marsala. Arrivano le “sentinelle”. Chi sono e cosa possono fare

 “Sentinelle”, “coordinatori” e soprattutto telecamere. Così si vuole cercare di tamponare a Marsala l’emergenza sicurezza.


Dal centro storico, alle periferie, la città divisa in circa 20 aree sensibili. Lì ci saranno “sentinelle” e “coordinatori”.

Nessuna ronda, sia chiaro. Ma cittadini segnalatori, anonimi, a diretto contatto con le forze dell’ordine, se nel quartiere c’è una zona di spaccio, se ci sono abbandoni continui e indiscriminati di rifiuti, se ci sono episodi di criminalità e violenza.

E’ il “controllo di vicinato”. Un sistema previsto dal decreto Minniti, di qualche anno fa, e che prevede la partecipazione dei cittadini al controllo del territorio. Nei giorni scorsi è stato siglato un accordo in Prefettura, tra il Prefetto, il sindaco di Marsala, e i vertici locali delle forze dell’ordine.
L’Accordo, primo nella provincia di Trapani, prevede la partecipazione attiva dei cittadini affinchè si alimenti nella collettività il senso di appartenenza alla propria comunità, così da realizzare appieno il concetto di “sicurezza partecipata”.
Come funziona? La città è stata suddivisa in varie aree, una ventina, individuate dall’amministrazione comunale d’intesa anche con le Forze dell’ordine.


In ogni zona l’amministrazione comunale individua un “coordinatore”, un cittadino che ovviamente deve essere “pulito”, dotato di spiccato senso civico, nessun problema con la giustizia, insomma, di spiccata caratura morale e civica. Ai coordinatori viene affidata l’osservazione dell’area assegnata. Ovviamente i coordinatori saranno abitanti della zona in questione, e accanto a loro ci saranno le “sentinelle”. Cittadini che hanno a cuore il territorio e fanno segnalazioni anonime. Situazioni di degrado ambientale, sociale nonché fenomeni delittuosi potrebbero essere prevenuti attraverso la semplice informazione alle forze dell’ordine, alla Polizia locale o ai “Coordinatori.

“Siamo nell’ambito della prevenzione, ambito che rappresenta sempre la fase più efficace e anticipatoria della sicurezza pubblica e la partecipazione dei cittadini consapevoli del loro ruolo di attori e non di meri fruitori del territorio fa sì che la sicurezza stessa e la sua percezione possa significativamente migliorare” chiarisce il Comune.

L’accordo di vicinato è frutto di un lungo lavoro preparatorio di condivisione tra l’Amministrazione comunale, la Prefettura ed il Ministero dell’Interno che ha approvato definitivamente l’Accordo.
Un accordo che riguarda anche la videosorveglianza della città.
L’obiettivo è avere una città in cui le telecamere pubbliche e private possano essere messe in sinergia per un controllo capillare di ciò che accade in città.


Nell’accordo firmato in Prefettura infatti viene previsto un accesso più facilitato alle telecamere di negozi, abitazioni, aziende per poter intercettare gli autori di illeciti. Nei mesi scorsi il Comune di Marsala ha disposto l’acquisto di nuove telecamere da installare in giro per la città. Non bastano però quelle del Comune, da qui arriva la necessità di utilizzare, quando ce ne sarà bisogno, quelle private.
Se l’aspetto di sentinelle e coordinatori è una forma di prevenzione, invece la videosorveglianza capillare punta alla repressione degli illeciti. Zone sensibili sono soprattutto il centro storico e alcuni quartieri popolari. Prendiamo ad esempio Amabilina, dove nelle scorse settimane c’è stato un importante blitz scaturito da alcune segnalazioni anonime da parte di cittadini stanchi di vedere il proprio quartiere trasformato in una centrale di spaccio. O ancora il centro storico, rovinato da balordi e violenti che ogni fine settimana scatenano risse.

La speranza è che questo accordo possa essere da deterrente contro le violenze, l'illegalità, e i disordini in città.