Esercizio abusivo della professione e appropriazione indebita sono i reati ipotizzati in una querela presentata da un marsalese alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri presso la Procura della repubblica.
Ad essere denunciata è stata una laureata in legge che, secondo la querela, non sarebbe mai stata iscritta all’albo degli avvocati, ma ciò nonostante si sarebbe firmata come tale in una lettera-diffida inviata al denunciante: e cioè il fratello.
La vicenda, infatti, si inquadra in una lite tra fratello e sorella per la spartizione dell’eredità dopo la morte dei genitori. Una vicenda, dunque, di carattere privato che sfocia, però, in rilevanza pubblica per la denuncia penale che, inevitabilmente, farà scattare un’indagine soprattutto per accertare se corrisponde al vero l’accusa di esercizio abusivo della professione di avvocato. E se tale esercizio è avvenuto anche in casi diversi dalla querelle familiare.