Con derubricazione del reato più grave (stalking), assoluzioni e remissione querela per altri capi d’imputazione, si è concluso, in Tribunale, un processo che vedeva alla sbarra un 31enne marsalese, Walter Crimi, denunciato dall’ex compagna, una coetanea che vive a Mazara.
Le accuse dalle quali si è dovuto difendere erano atti persecutori, ovvero “stalking”, minacce, violazione di domicilio e danneggiamenti. Il pm aveva invocato una condanna a due anni di reclusione, ma il giudice monocratico Massimiliano Alagna, accogliendo le argomentazioni dell’avvocato difensore Francesca Favata, ha scagionato l’imputato. Nel dettaglio, il giudice ha
disposto l’assoluzione per i due contestati caso di danneggiamento “perché non più previsti dalla legge come reato”, mentre per lo stalking il magistrato lo ha prima riqualificato nel reato di “maltrattamenti contro familiari” e poi ne ha sentenziato l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.
Escludendo, quindi, le aggravanti, ha dichiarato il “non doversi procedere per remissione di querela” per la violazione di domicilio e per i due casi di minaccia. Alla fine, l’avvocato Francesca Favata si è detta “soddisfatta per il risultato raggiunto”, dopo aver affermato in dibattimento che il reato di stalking “non sussisteva per mancanza degli elementi costitutivi della fattispecie”. E questo perché l’ex compagna del Crimi “non aveva modificato le proprie abitudini di vita”. I fatti contestati dall’accusa abbracciavano un arco temporale ristretto: tre giorni, dal 22 al 24 maggio 2020, e si sarebbero svolti a Mazara del Vallo.
Qui, secondo il capo d’imputazione, Walter Crimi avrebbe prima minacciata l’ex compagna (“sono capace di prenderti a schiaffi davanti a tutti”), poi scavalcando il muro di cinta si sarebbe introdotto nello spazio circostante l’abitazione della donna. Quindi, nel tentativo di entrare in casa, avrebbe rotto una persiana e successivamente con questo pezzo di legno le ha sfondato il parabrezza dell’auto. Poi, un’altra minaccia (“vi ammazzo tutti prima o poi”).