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18/10/2022 06:00:00

Trapani in piazza contro il caro energia. "Così siamo costretti a chiudere"

“La situazione è drammatica, molte piccole attività stanno chiudendo”.
All’unisono le associazioni di categoria, i commercianti, gli artigiani, gli imprenditori, i cittadini, i sindaci, hanno protestato ieri a Trapani contro il caro energia davanti la sede della Prefettura. Una manifestazione abbastanza partecipata, quella organizzata da Cna Trapani, assieme alla Cgil e alla Uil.

Tra gli obiettivi della mobilitazione "sollecitare le Istituzioni ad attivare misure a sostegno dei cittadini e delle imprese".
Per la Cna, la Cgil e la Uil "la situazione, per i cittadini e per le imprese è diventata insostenibile. Il caro dell'energia sta mandando in default le imprese, che saranno costrette a chiudere".


“Non possiamo più parlare - dicono Francesco Cicala della Cna, la segretaria generale della Cgil di Trapani Liria Canzoneri e il segretario provinciale della Uil Tommaso Macaddino - di disagio e difficoltà, ma piuttosto di disperazione e insostenibilità. I cittadini, i lavoratori, i pensionati, gli imprenditori, gli artigiani e i commercianti, stanno vivendo una ingiustizia sociale. La politica - proseguono - ha il dovere di dare risposte concrete e risolutive, sia nel breve che nel lungo periodo”.
Alla manifestazione, sono stati invitati i sindaci del territorio, i presidenti del Consiglio Comunale, i consiglieri comunali, la deputazione regionale uscente e quella neo eletta all’Ars, e i deputati alla Camera e al Senato eletti nella Circoscrizione del territorio.

“Abbiamo chiesto - concludono Cicala, Canzoneri e Macaddino - un incontro alla Prefetta di Trapani per illustrare la piattaforma programmatica di proposte che stiamo elaborando per fare fronte alle difficoltà, causate dal rincaro delle bollette, dei cittadini e delle imprese del territorio”.

 

 

 

 Il problema, come sempre in queste manifestazioni, diventa quello della presenza, perché a lamentarsi sono in tanti, specie sui social, poi a manifestare in pochi. Quindi, o il problema è minimo oppure non c’è, o peggio ancora non sono stati adeguatamente sollecitati per essere presenti in massa.
La provincia ha risposto con i sindaci o i loro rappresentanti: i sindaci di Trapani, Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Paceco, Petrosino, Salaparuta, Salemi, Valderice, e Vita. Per Marsala ha presenziato l’assessore allo sviluppo economico, Oreste Alagna.

“In vista della stagione fredda, crescono le preoccupazioni di chi teme che il costo dell'energia possa subire ulteriori incrementi, causando danni irrecuperabili a imprenditori e famiglie – dichiara il Sindaco Tranchida -, motivo per cui sosteniamo la battaglia volta ad ottenere deroghe fiscali e sostegni contestuali per chi non riesce a pagare le bollette e, nel caso dei datori di lavoro, rischia di dover chiudere i battenti licenziando onesti lavoratori. È il sistema paese che va tutelato, onde evitare che dopo la tremenda pandemia che ha già duramente colpito i cittadini, siano ora le bollette ed il caro energia a causare licenziamenti e povertà. Parimenti, per le popolazioni colpite dalle recenti alluvioni a Trapani e Misiliscemi, auspichiamo che lo Stato voglia intervenire a sostegno di cittadini e operatori commerciali tanto con provvedimenti derogatori su tasse e imposte, quanto con appositi ristori”.


Gli interventi che si sono susseguiti hanno posto l’attenzione sulla fragilità di tutte le attività che oltre a pagare il costo delle materie prime con un rincaro talvolta esagerato adesso si ritrovano con una stangata che riguarda l’energia elettrica. Bollette così care da essere impossibilitati a pagare, tanto che molti di loro pensano di chiudere l’attività.


Un sistema che se collassa manda in crisi non solo il settore produttivo ma chiaramente le famiglie, dunque il sistema sociale.
In rappresentanza del parlamento nazionale c’era Davide Faraone (IV), presente per il parlamento regionale il neo eletto Dario Safina.
Il vice presidente provinciale della CNA, Giovanni Marchese, ha parlato di situazione drammatica e fuori controllo: “Ci sono aziende che a luglio hanno ricevuto bollette di 14 mila euro, quando nello stesso periodo dell'anno scorso avevano ricevuto 2.800 euro di bolletta. Non sono costi accettabili e sostenibili. Le attività sono al collasso, soprattutto le piccole imprese. Panifici, bar, non sono in grado di pagare e sono costretti a chiudere”.

 

 

 


In molti chiedono di intervenire subito, intanto c’è una proposta messa su da Carlo Calenda e consegnata sia a Giorgia Meloni che a Enrico Letta: “Sono temi che interessano maggioranza e opposizione”.


La proposta del Terzo Polo copre l'intero inverno: prevede un tetto alla bolletta elettrica, fissato a 150 euro/MWh, per un costo di 15,7 miliardi di euro.
Stessa cosa per il gas con un tetto fissato a 100 euro/MWh, per un costo di 23 miliardi. L’operazione in totale costaterebbe all’Italia 40 miliardi ma si avrebbe subito un taglio delle bollette.
Per Carlo Calenda questo dovrebbe essere il primo a decreto del governo: “E' una questione di sicurezza nazionale che potrebbe diventare di ordine pubblico. L'Europa è troppo lenta, la Germania si è mossa con 200 miliardi e anche noi dobbiamo rispondere. Siamo di fronte a uno tsunami”.
Per il Terzo Polo poi è necessario completare i rigassificatori di Ravenna e Piombino, costruire l'impianto di compressione a Sulmona, aumentare i siti di stoccaggio e infine portare a termine il gas release.

“Siamo dalla parte di tanti, lavoratori, disoccupati, pensionati, famiglie, imprese, commercianti che non riescono più a sostenere il peso dell’aumento dei costi delle bollette e del caro vita. La nostra confederazione a livello nazionale sta portando avanti le nostre proposte che saranno, ci auguriamo presto, oggetto di confronto con il nuovo governo nazionale, appena sarà insediato”. Ad affermarlo è il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana che aggiunge “per questo riteniamo che le manifestazione di piazza siano uno strumento legittimo ma del quale non abusare ecco perché a Trapani la Cisl ha deciso di non partecipare alla manifestazione contro il caro bollette. “Pur condividendo lo stato di esasperazione di chi non ce la fa più, siamo dell’idea che adesso non è il momento di scendere in piazza ma di cercare il dialogo e il confronto. Il disagio che vivono i cittadini, le imprese, i commercianti, è tangibile e sotto gli occhi di tutti, serve quindi un intervento congiunto da parte dell’Ue e del governo nazionale al fine di lavorare per ottenere un tetto europeo al prezzo del gas importato; una politica fiscale ed energetica comune puntando alla sovranità energetica continentale, e il rifinanziamento del Fondo Sure per sostenere lavoro e protezioni sociali. Purtroppo – afferma La Piana - i circa 56 miliardi di euro inseriti con gli ultimi decreti aiuti, non sono stati sufficienti. Serve immediatamente un contrasto a ogni forma di speculazione. Riteniamo, inoltre, che le stesse ‘ricette’ non possono andare bene dappertutto , ecco perché nei nostri territori occorre rilanciare il tessuto produttivo e l’occupazione. Il primo atto che dovremo richiedere al governo regionale che si insedierà a breve sarà appunto quello di predisporre misure urgenti per aiutare concretamente famiglie e imprese. Insieme a tutto questo deve ripartire a livello nazionale un dialogo immediato sulla legge di stabilità perché abbiamo un tema urgente, come quello del caro vita e del caro bollette ma non possiamo dimenticare che ci sono altre questioni che vanno affrontate in questo scorcio del 2022 e tra queste il tema delle pensioni, perché se non si farà nulla dal 1 gennaio 2023 ritornerà l’odiato scalone Fornero con tutte le conseguenze che si porta dietro”. La Piana conclude “ancora una volta la Cisl ritiene che la partita vada giocata ai tavoli di trattativa e valuteremo di scendere in piazza nel caso in cui i nostri appelli dovessero restare inascoltati o se la politica decidesse di sintonizzarsi su frequenze irricevibili ”.