Un evento “straordinario”. Così hanno definito i consulenti tecnici del Comune di Trapani la bomba d'acqua che ha provocato gli allagamenti in tutta la città del 26 settembre.
I tecnici e il sindaco Giacomo Tranchida hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare cosa è successo, cosa non ha funzionato e quali potrebbero essere i rimedi per cercare di scongiurare altri allagamenti del genere.
Secondo quanto emerge dalla relazione dell'Ingegnere Loria, consulente del Comune sulla Protezione Civile, esaminando i dati della stazione Sias di Erice sono scesi dal cielo circa 122 mm di pioggia, a cui vanno aggiunti altri quantitativi d'acqua scesa da Erice e non assorbita dal sistema. Insomma, è come se avesse piovuto 200 millimitri d'acqua. E in 10 giorni è caduta metà di pioggia della media annuale dell'ultimo ventennio.
Una quantità non smaltibile dal sistema fognario vecchio e malmesso di Trapani, con le 12 pompe non più “in forma” per smaltire tutta questa acqua.
“Dobbiamo evitare che una parte delle acque finiscano in via Marsala. Bisogna rifare il canale Scalabrino, e sdoppiare la capacità di smaltimento di queste acque una come opera aggiuntiva al sottopasso e una come opera aggiuntiva alla nuova viabilità di Villa Rosina. Non puoi evitare che non piova, ma devi evitare che arrivi l'acqua da monte. Aspettiamo la dichiarazione di stato di calamità, per il ristoro ai cittadini”, ha detto il sindaco Tranchida. “Le caditoie sono state pulite più degli anni precedenti”, assicura Tranchida. “Il complesso delle acque non trova in tempi brevissimi la capacità di essere espulsa. Le caditoie sono calibrate per quella che era la città 40 anni fa”.
Ecco l'intervista al sindaco di Trapani.