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15/11/2022 17:00:00

  Gasdotto tra la Sicilia e Malta, la Regione dà il via libera 

Via libera dalla Regione Siciliana al progetto "Melita Transgas Pipeline" tra la Sicilia e Malta. Il governatore Renato Schifani ha firmato il decreto di intesa all'autorizzazione unica di competenza del ministero della Transizione ecologica (Mite) alla Interconnect Malta Ltd per la costruzione del gasdotto sottomarino.

«In una situazione in cui sta cambiando radicalmente il panorama delle forniture energetiche – sottolinea il presidente della Regione – abbiamo espresso il nostro consenso, nella forma sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, alla procedura in capo al Ministero per la realizzazione di una infrastruttura strategica per l'interconnessione tra l'Italia e Malta e la resilienza del sistema energetico europeo. In questa prospettiva la nostra Isola ricopre e ricoprirà sempre più il ruolo di piattaforma energetica e logistica fondamentale».

L’opera, finalizzata all’esportazione di gas dalla rete nazionale italiana, è lunga complessivamente 159 chilometri e si compone di quattro sezioni principali: una prima onshore (a terra) in Sicilia, lunga circa 7 chilometri, dal Terminale di Gela, in località "Piana del Signore" all’interno del territorio gelese, fino alla linea di costa; una seconda sezione offshore (a mare) dalla costa fino al limite delle acque territoriali italiane, lunga circa 57 chilometri; un’altra ancora in mare, lunga circa 94 chilometri, dal limite delle acque italiane fino alla costa nord-occidentale di Malta (penisola di Delimara); infine, un’ultima sezione a terra, lunga circa 700 metri, sul territorio maltese fino al Terminale di Malta.

L’autorizzazione unica dell’opera da parte del Mite compendia il parere di conformità urbanistica, l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, l’approvazione del progetto e la dichiarazione di pubblica utilità.

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Sicurezza dighe e fiumi, l’Autorità di Bacino convoca i gestori - Prevenire qualsiasi tipo di rischio per consentire una gestione sicura delle dighe della Sicilia e dei tratti delle aste fluviali a valle di queste. Questo lo scopo dell’incontro che si è tenuto a Palermo, nei locali dell’Autorità di Bacino, convocato dal segretario generale Leonardo Santoro. Alla riunione, promossa in sinergia con il dipartimento regionale della Protezione civile, hanno preso parte anche i gestori degli invasi e l’Ufficio tecnico per le dighe della Sicilia (Ministero delle Infrastrutture).

Al vaglio degli uffici ci sono gli studi effettuati su diversi invasi dell’Isola finalizzati a consentire l’aggiornamento dei Documenti di Protezione Civile, che tengano conto dei valori delle portate cosiddette “QAmax” (in assenza di pioggia) e “Qmin” (in presenza di pioggia) di 41 dighe siciliane, vale a dire quelli della portata massima e minima che può essere versata, in sicurezza, in linea con la direttiva del presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2014 e con quelle emanate lo scorso anno dalla stessa Autorità di Bacino.

Sarà compito dei gestori, pertanto, riformulare, eventualmente tali valori alla luce della presenza di infrastrutture o di altri elementi presenti lungo le aste fluviali quali ponti, guadi, strade o anche abitazioni, talvolta abusive, che limitano significativamente la portata minima sversabile dalle dighe in caso di forti piogge.

«Si è trattato di un primo, importante, incontro a cui ne seguiranno altri – ha detto Santoro – utile ad avere rilevanti elementi necessari alla successiva predisposizione dei Piani di Emergenza Dighe, di competenza del dipartimento regionale della Protezione civile in raccordo con l’Ufficio tecnico per le dighe e le prefetture territorialmente interessate».

È stata pertanto richiesta a tutti i gestori una revisione completa dei valori di portata ad oggi stimati, al fine di programmare meglio il sistema di allertamento, da un lato, ed individuare le criticità da rimuovere, dall’altro, per garantire un più sicuro ed efficiente funzionamento degli invasi siciliani.