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19/11/2022 06:00:00

  La storia dei “veleni” nella Guardia di Finanza di Trapani e Marsala

C’è una vicenda giudiziaria che scuote la guardia di finanza di Marsala e della provincia di Trapani.

“Veleni” che vanno avanti da anni, e che coinvolgerebbero alti funzionari delle fiamme gialle. Si parla di dossier pieni di “carenze e lacune” prodotti da finanzieri che accusavano di una serie di reati un collega. Informative che avevano portato a dei processi nei confronti del finanziere che una volta assolto ha deciso di vederci chiaro e denunciare ciò che avrebbe subito. Denunce sulla cui archiviazioine dovrà decidere il Gip Caterina Brignone a febbraio.

La vicenda ruota attorno all’ex comandante della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza della procura di Marsala, Antonio Lubrano. Una “fiamma gialla” di lunga esperienza, lavora alla procura di Marsala dal 1995. Guiderà la sezione di polizia giudiziaria della stessa procura, per la Finanza, per tanti anni. La sua squadra, mentre si susseguono diversi procuratori, svolgerà diverse indagini delicate, anche nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine, finanzieri compresi. A fine 2015 in procura arriva un esposto anonimo con alcune accuse nei confronti di Lubrano. Una missiva che farà partire un’indagine della procura militare con delega al comandante provinciale della GdF di Trapani, Pasquale Pilerci, che a sua volta delega il comandante di polizia tributaria, Michele Ciarla. Indagini che si concludono con tre annotazioni inviate alla procura militare di Napoli e alla procura di Marsala. Per Lubrano ci sono accuse pesanti: falso ideologio, traffico di influenze illecite, rivelazione di segreti d’ufficio. Il passaggio successivo è l’apertura di alcuni procedimenti penali nei confronti di Lubrano. Tutti però finiscono in un nulla di fatto, tra archiviazioni e assoluzioni. Ad esempio il procedimento per traffico di influenze illecite viene archiviato perchè, come scrive il Gip, le “notizie di reato appaiono infondate”. Come anche le indagini per rivelazione di segreto d’ufficio, o quelle per falso ideologico. Accusa, quest’ultima, “formulata sulla base di frasi del tutto modificate rispetto al contenuto effettivo delle conversazioni telefoniche dell’omissione di conversazioni che avrebbero consentito facilmente di pervenire ad una diversa ricostruzione della vicenda, di un’errata collocazione temporale delle conversazioni trascritte (così da indurre ad una erronea ricostruzione del succedersi degli accadimenti)”, scriverà il gip Gianlugi Visco, del tribunale militare di Napoli ricostruendo la vicenda.


Insomma, dei cinque procedimenti penali che hanno riguardato Lubrano nessuno porta a condanna, tutte accuse che in qualche modo vengono smontate e cadono.
Ottenute le assoluzioni e i proscioglimenti Lubrano passa alla controffensiva, e presenta denuncia per calunnia, falso ideologico, accesso abusivo ai sistemi di intercettazione, abuso d’ufficio e maltrattamenti. Un esposto a carico di ignoti, ma che fa partire un’indagine nei confronti dei colonnelli Pilerci, Ciarla e del comandante del Gruppo di Trapani, Lorenzo Vanella. Anche questa inchiesta è destinata a cadere nel nulla, infatti le accuse non vengono confermate da altri colleghi di Lubrano e così le Pm della Procura di Trapani che seguono l’indagine chiedono di archiviare il tutto. “Non sono emersi sufficienti e idonei elmenti per sostenere efficacemente l’accusa in giudizio”, scrivono.

Inoltre sottolineano le pm di Trapani, Eleonora Sciorella e Giulia Signaroldi nella richiesta di archiviazione, i reati contestati vanno verso la prescrizione. Ma evidenziano “l’opportunità che le indubbie carenze e lacune riscontrate nell’operato dei militari coinvolti nell’attività di indagine confluita nell’informativa, vengano sottoposte all’attenzione degli organi del corpo di appartenenza e accuratamente valutati sotto il profilo disciplinare”. Insomma, dicono le Pm, il procedimento giudiziario per i tre finanzieri che avrebbero accusato Lubrano è da archiviare, ma sarebbe da avviare un procedimento disciplinare. Alla richiesta di archiviazione è stata fatta opposizione, sulla quale il 22 febbraio si esprimerà la Gip Caterina Brignone. Una guerra intestina, quella che si è consumata negli anni nella Guardia di Finanza trapanese e che forse non è ancora finita.