A guardare bene le date c’e’ d’averne ben donde per essere superstiziosi.
La mensa scolastica per gli alunni della scuola dell’infanzia e di quella secondaria di primo grado di Gibellina, è stata attivata lunedì 17 dell’ottobre scorso.
Giusto un mese dopo, giovedì 17 di questo mese, si sarebbero verificati alcuni casi d’intossicazione alimentare.
Alcuni allievi della scuola media, dopo aver consumato il loro pasto somministrato all’interno della mensa scolastica, avrebbero accusato conati di vomito accompagnati da forti dolori addominali e vertigini post prandiale.
Solo un incidente di percorsi o l’ennesimo caso di cattiva gestione delle mense pubbliche di cui recentemente si sono occupate le cronache?
Ma, a quanto pare, già nei giorni precedenti erano state esternate delle lamentele sull’operato della ditta che fornisce il servizio della refezione scolastica.
I rappresentanti dei genitori avevano presentato al Comune la richiesta di un controllo sulla bontà dei prodotti utilizzati per la ristorazione.
Sullo stesso argomento si erano fatti sentire anche i due consiglieri Comunali Nicola Agosta e Vincenzo Ciolino, ancor prima dello scoppio del caso.
Durante la seduta del Consiglio Comunale del 10 di questo mese, avevano richiesto “delucidazioni sull'adeguatezza del servizio di mensa scolastica, alla luce di segnalazioni pervenute al Comune e anche in considerazione dei recenti eventi accaduti e succedutesi nelle scuole di Comuni limitrofi in cui il servizio di somministrazione dei pasti è svolto dalla medesima ditta che opera negli istituti scolastici di Gibellina”.
Alla notizia dei casi di sospetta intossicazione di cui sarebbero stati vittima alcuni studenti, gli stessi due consiglieri nel pomeriggio di giovedì hanno inoltrato tramite PEC un’interrogazione consiliare al sindaco in cui si chiede “se sono state attivate tutte le procedure necessarie al fine di garantire un servizio di refezione scolastica idoneo; se si è a conoscenza di eventuali analisi effettuate sui pasti somministrati e causanti le sospette intossicazioni alimentari, per opera degli organi competenti; se si è valutata la possibilità di rescindere unilateralmente il contratto d’appalto per giusta causa o procedere all’emanazione di alcune sanzioni alla ditta aggiudicataria; se si è preso in considerazione in virtù delle vicissitudini sopra narrate, di valutare la sospensione in via precauzionale del servizio nelle more che venga individuata altra ditta in sostituzione dell’attuale.”
Al momento non ci sono prove che attestino una correlazione tra il malore accusato dai ragazzi e il cibo assunto durante il pranzo. Stanno indagando i carabinieri e l’Asp. E’ stato prelevato del cibo per analizzarlo e si stanno raccogliendo ulteriori testimonianze tra i genitori degli alunni.
Si presume che gli esiti delle analisi arriveranno nelle prossime settimane.
Sempre piu’ spesso negli ultimi tempi le cronache sono costrette a riportare episodi di questo tipo. Fotografano la “leggerezza”, per non parlare di motivazioni piu’gravi, con la quale certe ditte forniscono questo tipo di servizi, i quali, essendo strettamente legati alla salute dei piu’ giovani o piu’ fragili, come lo sono gli scolari o i degenti degli ospedali dovrebbero essere sottoposti ad un controllo costante e serrato.
Mai come in questi casi vale la norma della prevenzione. Sorge quindi spontanea la domanda: chi controlla i controllori?
Franco Ciro Lo Re