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29/11/2022 06:00:00

Trapani, Natalia e un 25 novembre da non dimenticare

Un 25 novembre che sicuramente la città di Trapani non dimenticherà facilmente e che è giusto non dimenticare. Quella panchina bianca sporca di sangue, ritrovata così la mattina del giorno dell’impegno civile contro la violenza di genere e del ricordo di tutte quelle donne che di violenza sono morte o che hanno subìto danni irreversibili sui loro corpi e sulle loro menti, e che resterà nella nostra memoria per molto tempo.

Quel simbolo di quella violenza becera, meschina e senza rispetto per la persona umana che non è stata, come forse sembrava all’inizio, una toccante istallazione artistica, ma era molto di più, era la realtà di tutti i giorni. Una violenza cruda, dura, avvenuta in un posto davanti al quale i trapanesi passeggiano quasi ogni fine settimana, soprattutto in estate, per ammirare lo splendido tramonto: le Mura di Tramontana.

La donna che ha subìto violenza e un conseguente ricovero ospedaliero con intervento chirurgico, si chiama Nataliia e versa attualmente in una situazione di povertà assoluta, necessità infatti di vestiti ed è senza fissa dimora. A trovarla in uno stato di shock e a chiamare il 118 sono stati dei passanti.
Il colpevole di questa violenza è stato individuato grazie alle telecamere di sorveglianza presenti sul posto. Si tratta di un 37 enne, pregiudicato e sottoposto agli arresti per violenza sessuale, si trova in carcere e in attesa del processo.

Tanti tasselli, con il passare delle ore, stanno piano piano trovando spazio in questo mosaico terrificante, come quello delle dinamiche dell’aggressione avvenuta dopo un rifiuto della vittima nei confronti dell’aggressore, che con un coltellino l’ha colpita alle parti intime causandole ferite gravi.

Non sono tardate ad arrivare anche le prime reazioni dalla politica: ad esempio quella della consigliera Anna Garuccio che ha chiesto all’amministrazione di trovare un alloggio, anche temporaneo, per fare fronte alla difficile situazione della vittima. Poi ancora quello di alcune consigliere, che hanno firmato una mozione diretta al sindaco, dove chiedono la costituzione dello stesso Comune di Trapani come parte civile nel processo. Sì, perché questa violenza l’ha subìta un’intera comunità che non accetta e non deve accettare che cose del genere possano accadere.

Intanto si è conclusa con un nulla di fatto l'udienza di convalida del fermo del pregiudicato di 37 anni accusato di aver violentato la donna.
Il Gip del tribunale di Trapani, Massimo Corleo, infatti, si è riservato di decidere. Lo farà probabilmente domani.  Le indagini, però, proseguono. C'è ancora da accertare se l'uomo abbia agito da solo e se nella violenza, invece, siano state coinvolte altre persone. In questa direzione massimo riserbo da parte degli investigatori della Squadra mobile e degli inquirenti. Nataliia è ancora ricoverata in ospedale dove ha subito un intervento chirurgico. La prognosi è di venti giorni.

Nataliia viveva per la strada. Senza casa, senza lavoro, senza soldi, senza parenti in Italia. In fuga dalla guerra. In Ucraina sono rimasti i suoi due figli a combattere contro l'invasore. Di loro, la madre non ha più notizie. Giunta a Trapani, lasciando il suo Paese devastato dalle bombe, non è riuscita ad integrarsi con la piccola comunità ucraina. Nessuna alternativa, quindi, alla strada dove spesso si accompagnava con persone, come lei senza fissa dimora. Compagni di sventura. Tirava avanti, vivendo di espedienti, ma sempre con dignità e compostezza. Facile preda, però, dei malintenzionati. In Sicilia era già stata in vacanza e l' isola aveva conquistato il suo cuore. A Trapani si aggirava per le vie del centro storico, andava a lavarsi nei bagni della stazione ferroviaria e quando faceva buio cercava un riparo per trascorrere la notte. Non dava fastidio ad alcuno Nataliia e soprattutto non chiedeva aiuto a nessuno. Forse per vergogna, ovvero per orgoglio. Andava avanti da sola tra mille difficoltà e vicissitudini. Giornalieri. Viveva così Nataliia sola e in mezzo alla strada, fino a quella maledetta notte alle mura di Tramontana che ha cambiato il corso degli eventi e segnato la sua vita.

Roberto Valenti