Giovedì si torna all’ARS, seduta di Assemblea, ma nuovi percorsi politici si prospettano per alcuni deputati, nuovi equilibri potrebbero disegnarsi.
Il centrodestra è spaccato, i problemi riguardano tutti, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, dalla Lega all’ Mpa, leadership interne che però finiranno con il condizionare i lavori d’Aula, dunque la Sicilia.
In casa Lega è facile capire che i due recordman di preferenze hanno già la Sicilia intera pronta ad organizzarsi, da una parte Luca Sammartino, dall’altra parte Mimmo Turano.
Tra i due deputati, Sammartino anche vice presidente e Turano assessore, c’è una amicizia politica che potrebbe portarli a costruire una nuova casa sui territori, rosicchiando da altri ambienti politici che stentano a decollare oppure le faide interne sono così insostenibili da non rendere facile la vita.
La Lega di oggi, del resto, è ben lontana dal quel “celodurismo” con cui i leghisti chiedevano la secessione con bacio all’ampolla. Cercano di spostarsi a centro, adottano una politica da moderati (almeno ci provano ma i risultati non sono edificanti), insomma la strada potrebbe essere appena iniziata e quindi per Nino Minardo, attuale coordinatore regionale, ci potrebbe essere un passo indietro o di lato.
Forza Italia è spaccata, non c’è pontiere che tenga per riunificare le due anime, una guarda al presidente Renato Schifani, l’altra è capeggiata da Gianfranco Miccichè e di certo non è vicina al neo governatore.
Miccichè resterà a Palermo, purtroppo per Schifani, e sarà la spina di questo esecutivo , lo terrà in bilico e non saranno cinque anni facili.
La pattuglia del commissario azzurro non è poi così numerosa ma i malumori rimangono anche in casa Fratelli d’Italia, quel cambio di nomi in giunta, lasciando fuori Giusy Savarino e Giorgio Assenza, non è detto che finisca nel nulla. I due sono abili politici, mai dichiarazioni di pancia o azioni scomposte, al momento giusto però potrebbero sorprendere lo stesso Nello Musumeci, di cui sono fedelissimi ma evidentemente non garantiti.
A breve si dovrà dare seguito alle nomine di sottogoverno, ci sarà un cambio di burocrati e capo di gabinetto, ed è chiaro che gli equilibri potranno anche esplodere.