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30/11/2022 06:00:00

Sicilia. I nuovi equilibri dell'Ars, con un centrodestra sempre più spaccato

Giovedì si torna all’ARS, seduta di Assemblea, ma nuovi percorsi politici si prospettano per alcuni deputati, nuovi equilibri potrebbero disegnarsi.


Il centrodestra è spaccato, i problemi riguardano tutti, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, dalla Lega all’ Mpa, leadership interne che però finiranno con il condizionare i lavori d’Aula, dunque la Sicilia.


In casa Lega è facile capire che i due recordman di preferenze hanno già la Sicilia intera pronta ad organizzarsi, da una parte Luca Sammartino, dall’altra parte Mimmo Turano.

Tra i due deputati, Sammartino anche vice presidente e Turano assessore, c’è una amicizia politica che potrebbe portarli a costruire una nuova casa sui territori, rosicchiando da altri ambienti politici che stentano a decollare oppure le faide interne sono così insostenibili da non rendere facile la vita.

La Lega di oggi, del resto, è ben lontana dal quel “celodurismo” con cui i leghisti chiedevano la secessione con bacio all’ampolla. Cercano di spostarsi a centro, adottano una politica da moderati (almeno ci provano ma i risultati non sono edificanti), insomma la strada potrebbe essere appena iniziata e quindi per Nino Minardo, attuale coordinatore regionale, ci potrebbe essere un passo indietro o di lato.

Forza Italia è spaccata, non c’è pontiere che tenga per riunificare le due anime, una guarda al presidente Renato Schifani, l’altra è capeggiata da Gianfranco Miccichè e di certo non è vicina al neo governatore.

Miccichè resterà a Palermo, purtroppo per Schifani, e sarà la spina di questo esecutivo , lo terrà in bilico e non saranno cinque anni facili.


La pattuglia del commissario azzurro non è poi così numerosa ma i malumori rimangono anche in casa Fratelli d’Italia, quel cambio di nomi in giunta, lasciando fuori Giusy Savarino e Giorgio Assenza, non è detto che finisca nel nulla. I due sono abili politici, mai dichiarazioni di pancia o azioni scomposte, al momento giusto però potrebbero sorprendere lo stesso Nello Musumeci, di cui sono fedelissimi ma evidentemente non garantiti.
A breve si dovrà dare seguito alle nomine di sottogoverno, ci sarà un cambio di burocrati e capo di gabinetto, ed è chiaro che gli equilibri potranno anche esplodere.