Palermo chiama Roma. Il governo della Regione Siciliana chiede aiuto, ancora una volta, per fare quadrare i conti e preparare il prima possibile la manovra 2023. Ma l'aiuto latita. La settimana scorsa il presidente Schifani si è visto con il Ministro Giancarlo Giorgietti, e tutto lasciava pensare che il piano di aiuti fosse questione di giorni. In particolare la Sicilia chiede 500 milioni, subito. Ma alle promesse, al momento, non sono seguiti i fatti. I tempi si allungano. Schifani continua ad essere ottimista. "Tutto per ora è stato rallentato dalla stesura della manovra, la prima del governo Meloni - dicono a Palazzo d'Orleans - e presto le trattative saranno più fluide". La trattativa è complessa. Schifani chiede quanto meno certezza sui 500 milioni di euro, in modo da presentarsi all'Ars con un po' di chiarezza. Ma anche i 500 milioni potrebbero non bastare. Sabato è atteso il giudizio sul bilancio (l'ultimo di Musumeci) da parte della Corte dei Conti, che ha già contestato 900 milioni di presunte entrate. Schifani e Falcone hanno presentato le loro controdeduzioni. Sabato, dicevamo, il giudizio. Se dovesse essere negativo, il governo regionale dovrebbe partorire una manovra correttiva durissima.
Sul fronte politico continua la lotta interna a Forza Italia, divisa in due gruppi all'Ars. Il capogruppo di Forza Italia 1, Stefano Pellegrino, ha chiesto ai vertici nazionali un commissariamento del partito che superi le divisioni tra il gruppo di Schifani e quello di Miccichè.
LOTTA ALLA CORRUZIONE. Rotazione del personale per prevenire fenomeni di corruzione e tutelare l'immagine d'imparzialità dell'Amministrazione e degli stessi dipendenti. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, prendendo spunto dai recenti fatti di cronaca, ha inviato ai dirigenti responsabili delle strutture regionali una lettera in cui li richiama a una corretta attuazione delle misure di monitoraggio e prevenzione del fenomeno. In particolare, tra gli interventi più rilevanti da adottare, il governatore sollecita l'avvio di programmi di rotazione ordinaria del personale «coerenti con le linee di indirizzo dettate nel Piano per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza». Priorità dovrà essere data a chi è responsabile dei procedimenti nelle aree a più elevato rischio di corruttela e a chi è addetto ai contatti con il pubblico. Schifani, inoltre, ha sottolineato il dovere, in capo ai dirigenti, di disporre con provvedimento motivato la rotazione straordinaria del personale nel caso di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. Il presidente della Regione ha ribadito che questa misura va applicata appena si venga a conoscenza dell'avvio di un procedimento penale, invitando i dirigenti a raccomandare ai propri impiegati l'osservanza dell'obbligo, previsto dal "Codice di comportamento dei dipendenti della Regione", di comunicare al datore di lavoro di essere sottoposto a indagine penale.
«La vigilanza sulla prevenzione della corruzione costituisce una priorità del nuovo governo regionale», ha concluso il governatore, esortando i dirigenti a una «fattiva collaborazione» per una «rigorosa attuazione della misura».